domenica 10 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità esterna.


Tutti gli esseri umani hanno la stessa capacità di comprensione dal primo giorno del concepimento fino al giorno della morte.
Lo disse molti anni fa la pediatra e psicoanalista  francese Francoise Dolto. La comprensione non deve essere dimostrata con una risposta verbale, infatti i bambini piccoli non possono utilizzare il linguaggio verbale, ma questo non significa che no lo comprendano.


La verità esterna
Perché è necessario parlar loro? Perché la verità concreta, detta con parole organizza la comprensione dei bambini e costruisce la struttura emozionale del sostenuta dalla logica.
Le parole con senso logico sono mediatrici tra i bambini ed il mondo. A differenza di degli adulti
loro non contano con il concetto astratto di tempo e spazio, per cui tanto le situazioni più anali, quanto quelle più complesse devono essere annunciate ogni volta che accadono. Anche i bambini un po' più grandi possono essere aiutati con puntuali referenze, per esempio "prima di mangiare succederà tale cosa, quando tornerà papà dal lavoro faremo quest'altra cosa".
Prendiamo come esempio la comunicazione tra adulti. Se mio marito mi annuncia: "questa notte tornerò alle 3 di mattina", mi sta informando su qualcosa di preciso, però non è una spiegazione logica sufficiente per me, quindi non accetto che torni a casa tanto tardi poiché non è un'abitudine che fa parte dei nostri accordi matrimoniali. In cambio se mi specifica: "questa notte tornerò alle 3 di mattina perché parteciperò ad una cena di impresari il cui inizio è previsto verso mezzanotte", conto con sufficiente informazione per organizzare la mia comprensione, anche se il messaggio ricevuto non è piacevole per me. Fondamentalmente comprendo di che si tratta.
E' vitale comunicare ai bambini la verità esteriore con lusso di dettagli, trattando di percepire il mondo con gli occhi del bambino, perché ogni momento è infinito e ogni sensazione è eterna. La magia delle parole riesce ad avvicinare il mondo sottile del bambino piccolo ed il mondo concreto degli adulti. Usiamo le parole, dal momento che traducono ciò che sta succedendo.
Noi madri restiamo molte ore sole con i nostri bebè. E' il momento ideale per parlare ai nostri bebè spiegando loro tutto ciò che sta per succedere, per esempio: "adesso mamma ti cambia il pannolino, probabilmente sentirai freddo", "usciamo a fare una passeggiata e ti devo coprire", oppure "andiamo assieme al supermercato, lì ci saranno rumori, luci forti e tanta gente".
Ogni accaduto, seppur il più banale che possa apparire, nell'essere annunciato, lo predispone e gli dona fiducia verso ciò che sta per succedere. in questa maniera le parole con senso logico dell'adulto si convertono in mediatrici tra il mondo esterno e quello interno. Parlare con i bebè e con i bambini è  facile, è come parlare con un altro adulto.

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