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sabato 18 ottobre 2014

A casa come va?

Arrivare a casa la sera è diventata una sfida
E’ diventata una routine il fatto di arrabbiarci ogni volta con i nostri figli? 
Ci invadono le stesse arrabbiature e non troviamo una via di uscita? 
Come poter organizzare una dinamica più tranquilla? 
Quando ci imponiamo delle sfide irraggiungibili e non riusciamo a colmare le nostre aspettative personali senza rendercene conto, sviamo queste speranze verso gli altri, convertendo in esigenze smisurate ciò che probabilmente noi stessi non siamo capaci di riconoscere.

Tutti speriamo che i nostri figli rispondano ai nostri desideri: che siano responsabili, che studino, che siano buoni, che rispondano con gentilezza, che aiutino in casa, che siano solidali, insomma che siano perfetti. Però queste aspettative sono tanto improbabili, quanto ridicole, non perché i bambini e gli adolescenti non possano essere possessori di queste qualità, ma perché essi non condividono l’importanza che noi diamo ad ognuna di queste supponibili virtù. Inoltre perché in molti casi neanche noi raggiungiamo questi livelli di eccellenza, puntualità e rettitudine.

Sviare le aspettative personali, generalmente in maniera non cosciente, significa che aspettiamo che gli altri facciano, comprendano, rispondano e agiscano secondo le nostre necessità. Se la nostra vita è caotica, è possibile che ossessioniamo con l’ordine in casa, pretendendo che i nostri figli ci soddisfino e sopratutto che sentano lo stesso che noi: la necessità di avere tutto sotto controllo.
Questo è l’inizio del conflitto: essi “non sentono” l’urgenza di avere i loro getti personali in ordine, invece noi “sentiamo” che se regna il caos in casa

domenica 8 giugno 2014

La nascita di Helena

Han pasado ya 5 años desde el nacimiento de mi princesita, y solamente ahora me pongo a escribir y contar como fue ese lindo parto que me dejo un signo dentro de mi, y  que jamas olvidare. Como ese milagro paso en España, lo voy a escribir  en español.

giovedì 8 maggio 2014

Te vas...


Te encontré en una tienda lejos de mi casa,te toque, te acaricié, te probé,te imaginé vistiendo una linda parejita.Te compre.Para llevarte conmigo en mi casa, al otro lado del océano, lejos de donde tu naciste.Te corté con cuidado y te cose con cariño, viéndote abrazar una mamá con su bebè.Ahora te estoy dejando,vas a viajar otra vezpara acariciar una linda mamáque quiere llevar a upa su nené,para darle seguridad y confianza.Buen viaje linda tela con vaquitas y flores y corazoncitos!




giovedì 10 aprile 2014

MOXIBUSTIONE: ricerca dei dott Cardini e Weixin

Una ricerca realizzata da Francesco Cardini, un fisico di Verona ed il dottor Juang Weixin, del Ospedale di Donne di Jiangxi in Nanchang (Cina), nacque con l'obiettivo di valutare l'efficienza reale della moxibustione.
Presero come campione 260 donne incinte, primipare alla trentatreesima  settimana di gestazione, e che avevano il bebè podalico (di natiche). Ad ognuna di esse venne assegnato un trattamento per permettere al bebè il cambio della posizione a cefalica. La metà delle donne seguì il metodo tradizionale cinese, la moxibustione, le altre 130 la terapia di routine.

La terapia con moxibustione venne applicata giornalmente durante una settimana, con sessioni di 15 minuti. La prima in ospedale, poi a partire dalla seconda a casa.
Se dopo questo periodo di tempo il problema non era stato risolto, le donne poterono scegliere se sottomettersi o meno alla VCE, Versione Cefalica Esterna, una manipolazione sull'addome



della donna per correggere la posizione del feto. Gli effetti della moxibustione evitarono tale manovra alla maggior parte delle donne che preferirono seguire il metodo popolare cinese della moxibustione.

Il risultato dello studio dimostra che il 74 % dei feti del gruppo trattato con la terapia tradizionale cinese cambiò la sua posizione e cefalica, di fronte al 48% delle donne che non ricevettero questo tipo di trattamento.
Mentre il 75.4% delle madri del primo gruppo ebbe un parto normale, solo il 62% delle donne che non continuarono il trattamento con la moxibustione riuscì ad evitare un parto podalico.

Risultati:  “La moxibustione applicata durante una o due settimane alle primipare con il feto podalico alla trentatreesima settimana di gravidanza, produce un aumento dei movimenti fetali, e in alcuni casi arriva a cambiare la posizione da podalico a cefalico” concludono gli autori dello studio nel JAMA.

Gli investigatori inoltre segnalarono che due trattamenti al giorno  con moxibustione, di un quarto d’ora ciascuno, da migliori risultati rispetto ad una sola applicazione giornaliera.

Però secondo spiegano Cardini e Weixin, nonostante i risultati della ricerca, restano comunque molte questioni da chiarire riguardo questo trattamento. Tra cui quella che spiega il perché si produca il cambio di posizione nel feto.

Le conclusioni della ricerca di Cardini e Weixin sono solo un primo passo verso l'affermazione di una pratica popolare fino ad ora non era stata accertata. In questo momento si conosce solamente l'effetto che produce la moxibustione, non il meccanismo di azione, mancano ancora diversi studi per comprenderlo.

“Sono necessari ancora diversi studi per documentare in che percentuale questa terapia può ridurre la necessità di realizzare parti cesarei per posizione del feto”.

“Se i risultati dello studio confermassero la nostra ricerca, e tenendo in considerazione che questa terapia non è invasiva, ma è economica e facile da applicare, la moxibustione dovrà convertirsi in una terapia comune per prevenire un parto podalico.” Spiegano gli autori dello studio.

Se finalmente si confermasse l’efficacia (già evidente) di questa ricerca scientifica, basterebbe solamente una semplice lezione affinché tute le donne incinte potessero applicarsi il trattamento a casa e prevenire un parto cefalico.


lunedì 3 febbraio 2014

Spremitura manuale del latte

La spremitura manuale del latte è utile per:
  • alimentare un bambino con difficoltà a coordinare la suzione, o che non vuole attaccarsi
  • alimentare un bambino con basso peso o con una malattia che gli impedisce di succhiare
  • mantenere la produzione del latte quando la madre e il bambino sono separati
  • alimentare il bambino con latte materno quando la mamma lavora
  • drenare un seno eccessivamente teso e aiutare il bambino ad attaccarsi
  • spremere il latte direttamente nella bocca del bambino per invogliarlo ad attaccarsi
  • ridurre un ingorgo, l’ostruzione di un dotto galattoforo o una stasi di latte
  • alleviare secchezza e dolore ai capezzoli.

La spremitura manuale è preferibile perché può essere fatta ovunque, una volta che la mamma diventa
esperta è rapida ed efficace, la stimolazione pelle-a-pelle è preferibile al contatto della coppa di plastica del mastosuttore. 

I passaggi chiave per la spremitura manuale sono:
  • stimolazione del deflusso del latte: in posizione seduta comoda e rilassata, la mammella va scaldata e massaggiata e i capezzoli vanno stimolati con le dita. Una persona presente può massaggiare la schiena della madre per facilitare il riflesso ossitocinico.
  • identificazione dei dotti: il seno viene palpato partendo dal capezzolo ed estendendo il raggio di esplorazione fino a trovare una parte del seno diversa al tatto, simile a una corda con dei “nodi”. Questo è il punto dove si deve esercitare una pressione per spremere il latte mettendo il pollice da un lato e 2-3 dita dall'altro. 
  • compressione del seno sopra i dotti: il pollice e le dita sono spinte indietro verso il torace, il pollice e l’indice sono premuti uno contro l’altro e poi mossi verso il capezzolo. La manovra va ripetuta ritmicamente e lentamente fino a quando il latte inizia a uscire (possono occorrere 3-4 minuti.
  • la manovra va inoltre ripetuta in tutte le parti del seno, ruotando le dita attorno al seno per comprimere tutti i dotti. Si passa all'altro seno dopo 1-2-minuti che la fuoriuscita di latte si è interrotta.


La quantità di latte spremuto aumenta con la pratica, in particolare il colostro potrebbe uscire solo in piccolissime quantità (raccoglierlo in contenitori adatti, cucchiaino, siringa, tazzina, ecc.).
La frequenza della spremitura dipende dal motivo per il quale si effettua la manovra, se il bambino è molto piccolo e non è in grado di alimentarsi al seno, anche ogni 2-3 ore.
É importante avere le mani ben pulite e usare contenitori puliti per il latte spremuto, di vetro o di plastica, con coperchio. Non far bollire il latte materno spremuto né scaldarlo in forno a microonde, perché perde le sue proprietà e può ustionare la bocca del bambino.
Se la madre produce più latte di quanto necessiti al bambino, il latte spremuto può essere lasciato riposare per un breve periodo perché l’ultimo latte ricco di grassi vada in superficie. Questa parte più ricca di grassi può poi essere aggiunta al latte preparato per un pasto per aumentare la concentrazione di energia.
Se è disponibile un mastosuttore, detto comunemente “tiralatte”, o se una madre ha bisogno di usarne uno, bisogna aiutarla a scegliere un modello efficace, mostrarle come usarlo e leggere assieme a lei le istruzioni del produttore. Sono utili le stesse tecniche descritte per la spremitura manuale del latte.
Con qualunque mastosuttore bisogna usare un livello di suzione confortevole simile a quella del bambino (suzioni brevi e rapide seguite da suzioni più lunghe e più lente), anche perché una maggiore suzione non estrae più latte e può causare danno al seno. La madre non deve continuare a pompare se il latte defluisce bene. Se la madre non ottiene latte o ne ottiene poco, bisogna controllare che il mastosuttore funzioni bene e che la madre lo sappia usare, senza affrettarsi a concludere che non ha
latte.
I mastosuttori elettrici di grandi dimensioni consentono di estrarre il latte simultaneamente dalle due mammelle, il che fa aumentare il livello di prolattina materna e facilita la produzione di grandi volumi di latte in poco tempo. È importante la fase di sterilizzazione e bisogna assicurarsi che la madre ne
conosca la tecnica.

martedì 31 dicembre 2013

Sono troppo piccol@ per andare a scuola?

Traduzione a cura di Mamma Artigiana  Para leerlo en español pinche aquí


E' maturo o matura emozionalmente per separarsi dal vincolo affettivo durante diverse ore e scolarizzarsi? E' il "suo" momento maturo per fare questo salto, con la soddisfazione di riuscirci, senza farsi male? Saluta con tranquillità e sicurezza la figura materna (o persona sostituta)? Oppure al contrario, piange sconsolatamente, impaurito e sbalordito,

lunedì 25 novembre 2013

Saggezza della natura... sapienza dei bambini. Sabiduria de la naturaleza... sapiencia de los niños.

La scorsa notte purtroppo non è stata molto tranquilla e riposante. Intorno alle 2 mio figlio di 13 mesi si è svegliato per una poppata, ma poi ha continuato a girarsi su se stesso, a prendere un seno, poi l'altro, e a strofinarsi continuamente il nasino.

venerdì 1 novembre 2013

Digli/dille che l@ ami!

Chiudiamo gli occhi e ricordiamo la cosa più bella che ci abbiano detto i nostri genitori: "principessa... re della casa... vita mia... sei un incanto... tesoro... cuoricino... amore mio... che bello... che intelligente..."
Stiamo sorridendo?

mercoledì 30 ottobre 2013

Milk Blister o ampolla di latte o perla de leche: la cura

Nel post Milk Blister o ampolla di latte o perla de leche spiegavo cosa è e le cause. Adesso vi spiego il trattamento per curarlo

Il trattamento

Il trattamento raccomandato generalmente consiste in quatto punti:
  1. applicare caldo umido prima di allattare; 
  2. togliere la pelle dal dotto galattoforo;
  3. allattare o spremere con un tiralatte ospedaliero;
  4. seguire con la medicazione per favorire la guarigione.

domenica 25 agosto 2013

EQUAZIONE DEL CIUCCIO

Il ciuccio sta al seno come il vibratore sta al pene



I bebè non scambiano il seno per il ciuccio, 
è il ciuccio un mero sostituto del seno! 


Sicuramente a molte di noi fa piacere utilizzare un vibratore, ed infilarlo nei vari orifizi del nostro corpo, a nostro gusto e per soddisfare le nostre necessità sessuali.
Penso però che a nessuna di noi, se tornassimo a casa piangendo e tristi dopo una brutta giornata di lavoro, farebbe piacere che ci infilassero in bocca un ciucciotto o un vibratore! Sicuramente ci consolerebbero di più

venerdì 21 giugno 2013

IL CONGELAMENTO DEL CORPO DELLE DONNE

Per comprendere la logica della nostra società basata sulla dominazione, osserviamo che il problema non sta nel bebè che non trova il corpo di sua madre al nascere, ma questa madre che non sente  -spontaneamente- affetto verso suo figlio. Questo è, dal mio punto di vista, il vero dramma della civilizzazione. Le donne, così come anche gli uomini, provengono da storie personali di abbandono, mancanza di contatto fisico, sguardi, disponibilità affettiva, tenerezza, latte o abbracci.
Quindi abbiamo imparato sin da subito a congelare

lunedì 10 giugno 2013

Il tutto cominciò così

Ero incinta di 3 mesi circa, passeggiavo lungo il mare, cercando di raggiungere una libreria a me molto cara, quando mi imbattei in un'amica, Katerine, sembrava fosse incinta, invece indossava il suo bebè nato da poche settimane in una fascia elastica color rosa confetto.
 Era bellissima, ed il bebè, tutto accoccolato, mostrava molta tenerezza. Mi raccontò del parto e poi mi informò  dell'esistenza di un gruppo di aiuto all'allattamento materno, che si teneva ogni 2 settimane ed il seguente appuntamento ci sarebbe stato da lì a pochi giorni. Avendo tanta voglia di prepararmi per questo evento grande e tanto importante come l'arrivo di nostr@ figli@, decisi di partecipare a qualsiasi iniziativa che mi venisse proposta, sempre per il bene mio e della famiglia. 

Il martedì successivo, un po' in ritardo come sempre, arrivai all'incontro: tante mamme erano sedute in cerchio su delle sedie, altre a terra, alcune ancora erano sdraiate su tappetini tipo quelli usati per fare ginnastica, tutte tenevano in braccio i loro piccoli. C'erano bebè dai 0 ai 4 anni, e  quasi tutti erano attaccati ai seni delle loro madri! Che effetto bellissimo!!! C'erano anche gestanti con il volto perplesso, forse come il mio. Alcune mamme avevano invaso la sala con passeggini di vario tipo, tante altre avevano scelto una uso più "arcaico" di portare i loro bebè: in braccio dentro fasce elastiche, fasce ad anelli, zainetti, marsupi vari. Da una parte c'erano altre ragazze che vendevano magliette per l'allattamento materno e alcuni di questi marsupi che chiamavano "ergonomici". I discorsi andavano dal parto, alla gravidanza, dall'alimentazione in gravidanza, all'alimentazione durante l'allattamento, dall'allattamento materno allo svezzamento, al dormire coi propri cuccioli!
 Dopo un po' mi venne incontro una delle consulenti, Lidia, ci presentammo, le spiegai il motivo della mia visita, dal momento che non si vedeva assolutamente la pancia, scambiammo qualche parola, lei ha una voce dolce, calma, ed uno sguardo molto profondo ... da quel giorno io e Lidia divenimmo amiche. 
Entrare in quella sala con tutte quelle mamme mi cambiò la vita, scoprii un mondo nuovo, affascinante, a me molto vicino, fatto di gioie, dubbi, condivisioni, sorrisi, lacrime, fiumi di latte e metri di fasce, seni scoperti, madri felici di nutrire, padri a volte perplessi, istinti veri e concreti, bimbi buoni, rispettati e rispettosi, un modo fatto di amore e di cariño. 
Affamata di conoscenza, e vedendo su un tavolo una serie di libri in prestito a disposizione delle mamme, chiesi a Lidia quale mi potesse consigliare, lei immediatamente mise tra le mie mani Besame Mucho di Carlos Gonzalez. 
Ero molto contenta di quel pomeriggio trascorso con altre mamme che avevano passato quello che io stavo vivendo in quel momento, mi sentivo quasi euforica, felice di tutte quelle conoscenze, tornata a casa cominciai a divorare il libro.
Dopo 5 anni da quell'incontro, ringrazio Katerine per avermi invitato e per avermelo fatto conoscere, ringrazio Lidia per tutti i consigli, suggerimenti, insegnamenti che mi ha dato, per la sua comprensione ed ascolto, e sopratutto per la fiducia posta in me, ringrazio anche tutte le mamme incontrate nel cammino che si sono aggiunte a questo mondo infinito, perché da quel giorno ho scoperto che non servono ciucci, biberon, passeggini, carrozzine, sonaglini, pappette e pannolini per crescere i nostri figli, ma soprattutto ho imparato che i bebè e bambini sono persone ed in quanto tali devono essere rispettati ed amati.


mercoledì 5 giugno 2013

RACCOMANDAZIONI DELL'OMS SULL'ALLATTAMENTO MATERNO

La OMS raccomanda 
La OMS raccomanda vivamente l'allattamento esclusivamente materno durante i primi sei mesi di vita. Dopo si dovrà complementare con altri alimenti fino ai due anni. Inoltre:
·  deve cominciare nella prima ora di vita;
·  deve essere "a richiesta", cioè, con la frequenza che vuole il bambino, tanto di giorno come di notte, e
·  sono da evitare i biberon e ciucci.


Benefici per la salute del lattante
Il latte materno è ideale per i neonati e lattanti, poiché apporta loro tutti i nutrienti di cui hanno bisogno per uno sviluppo sano. Inoltre è innocuo e contiene anticorpi che aiutano a proteggere il lattante da malattie frequenti come la diarrea e la polmonite, che sono le due cause principali di mortalità infantile in tutto il mondo. Il latte materno è facile da ottenere ed è accessibile, ciò aiuta a garantire che il lattante abbia un adeguato sostentamento.


Benefici per la madre
L’allattamento materno inoltre beneficia anche la madre. L’allattamento esclusivamente materno costituisce un metodo naturale (anche se non totalmente sicuro) di controllo della natalità (protezione del 98% durante i primi 6 mesi dopo il parto). Inoltre, riduce il rischio di cancro al seno e delle ovaie in fasi posteriori della vita, aiuta le donne a recuperare più rapidamente il peso anteriore alla gravidanza e riduce i tassi di obesità.



Benefici a lungo termine per il bambino
Oltre agli immediati benefici per il bambino, l’allattamento materno contribuisce a mantenere una buona salute durante tutta la vita. Gli adulti che da piccoli sono stati allattati al seno, spesso hanno pressione arteriosa più bassa, meno colesterolo e minori tassi di sovrappeso, obesità e diabete di tipo 2. Esistono dati evidenti che indicano che le persone che hanno ricevuto latte materno hanno ottenuto migliori risultati nei test di intelligenza.



Perché no il latte artificiale?
Il latte artificiale non contiene gli anticorpi presenti nel latte materno, e quando non si prepara adeguatamente può portare rischi relazionati con l’ uso de acqua insalubre e di materiale non sterile o con la possibile presenza di batteri nel latte in polvere. Una diluizione eccessiva con lo scopo di risparmiare può portare a malnutrizione. Inoltre, le poppate frequenti mantengono la produzione di latte materno e, nel caso in cui si utilizzi latte artificiale però quest’ultima diventi indisponibile, tornare al latte materno potrebbe risultare difficile a causa della diminuzione della produzione del latte del seno.

L’allattamento materno e l’HIV
Le donne affette da HIV possono trasmettere l’infezione ai loro figli durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno. Il trattamento antiretrovirale della madre affetta o del lattante esposto al virus dell’HIV riduce il rischio di trasmissione del virus durante la l’allattamento materno. Assieme, il trattamento antiretrovirale e l’allattamento materno possono migliorare significativamente la probabilità di sopravvivenza del lattante, senza essere infetto dal virus dell’ HIV. La OMS raccomanda che le donne lattanti affette dall’HIV ricevano antiretrovirali e seguano le guide della OMS riguardo l’allattamento materno e l’alimentazione complementare.

Regolamentazione dei sostituti del latte materno
L’Assemblea della Salute approvò nel 1981 un codice internazionale che aiuta a regolare la commercializzazione dei sostituti del latte materno, però fino ad ora il suo utilizzo nei paesi è stato scarso. Nel codice si stipula che:
·  le etichette e le altre informazioni su tutti i tipi di latte artificiale devono lasciare chiari i benefici dell’allattamento materno ed i rischi per la salute che comportano i sostituti;
·  non ci devono essere attività di promozione dei sostituti del latte materno;
·  non si offrono mostre gratuite dei sostituti alle donne gravide, alle madri, né alle famiglie, e
·  non si distribuiscono i sostituti in maniera gratuita ai professionisti della salute, né nei centri di salute.

L’appoggio alle madri è essenziale
L’allattamento materno richiede apprendimento e molte donne incontrano difficoltà all'inizio. Sono frequenti il dolore al capezzolo, e la paura che il latte non sia sufficiente a sostentare il bebè. Per promuovere, ci sono centri sanitari che prestano aiuto all'allattamento materno mettendo delle consulenti qualificate a disposizione delle madri. Per promuovere ed incrementare la cura e l’attenzione delle madri e dei neonati, ci sono attualmente più di 20.000 centri “amici dei bambini” situati in 152 paesi, grazie ad una iniziativa della OMS e dell’UNICEF.


Allattamento materno e lavoro
Molte donne che tornano a lavorare abbandonano l’allattamento materno parzialmente o completamente, per mancanza di tempo, o di istallazioni adeguate per allattare o estrarre il latte e conservarlo al lavoro. Le madri hanno bisogno di avere sul posto di lavoro, o vicino, un luogo sicuro, pulito e privato per poter continuare ad allattare i loro figli. Alcune condizioni di lavoro possono facilitare l’allattamento materno, come l’astensione dal lavoro per maternità pagata, un lavoro part-time, gli asili nido nel luogo di lavoro, le istallazioni dove poter allattare, estrarre e conservare il latte e le pause al lavoro per allattare.

Il passo seguente: l’introduzione progressiva di nuovi alimenti
Per coprire le necessità di crescita dei bebè, a partire dai sei mesi si dovrebbero introdurre nuovi alimenti senza interrompere ‘allattamento materno. Gli alimenti per i bambini piccoli possono essere preparati specialmente per loro o basandosi nell'alimentazione familiare apportando alcune modifiche.
La OMS evidenzia che:      
·  l’allattamento materno non deve ridursi quando si comincia con l’introduzione degli alimenti complementari;
·  gli alimenti complementari devono essere dati con un cucchiaio o una tazza, e non con il biberon;
·  gli alimenti devo essere puliti, innocui ed essere disponibili a livello locale;
·  è necessario molto tempo affinché i bambini apprendano a mangiare gli alimenti solidi. 

martedì 30 aprile 2013

Una mamma spagnola scrive ...


Queste sono le parole di una mamma spagnola, scritte in un forum sul sonno dei bambini: qui il link per leggerlo in lingua originale. 

Traduzione a cura di Mamma Artigiana

Navigo per vari forum, con diverse filosofie. Leggo madri preoccupate perché i loro bambini non dormono, disperate per il pianto; altre che hanno paura che, se non insegnano autonomia ai loro bebè già da piccolini, poi saranno viziati e si convertiranno in tiranni. Alcune si sentono colpevoli per aver applicato certi metodi; altre raccontano orgogliose come riuscirono a far dormire i loro figli seguendo una tavola dei tempi. Paura dei capricci, delle conseguenze di determinate azioni "troppo" permissive. Discussioni, insulti, ognuna difende la propria idea e l'amore che sente per il proprio figlio. Tutti leggiamo molti libri di auto aiuto, adesso vanno di moda, lo vogliamo fare "bene".

Chiudo gli occhi e cerco di immaginarmi un bambino della guerra, o di un orfanotrofio.

Questi che non piangono più perché sanno che non c'è nessuno lì, soffrono la solitudine e la paura. Immagino che durante le notti, quando tutto è oscuro e si sentono le bombe che cadono, le grida del dolore, continuano in silenzio. Chissà non capiscono nulla, chissà né si aspettano che domani sia un giorno migliore. Ascolto il tremendo silenzio che deve invadere quelle stanze piene di bambini che ormai non sono più bambini; hanno smesso di esserlo da tempo, quando rimasero orfani o i loro genitori li abbandonarono perché non li volevano o perché non potevano offrire loro nulla. 

Penso a queste mamme africane abituate al fatto che i loro figli muoiano di AIDS. Piango per questi bambini che vedono morire le loro madri.

Apro gli occhi e "mi sveglio" da questo incubo. Mi ricordo, quando ero piccolina, che avevo molta paura durante i temporali. Per fortuna chiamavo i miei genitori e mia madre si sdraiava al mio lato per tutta la notte. Quando vedevo il telegiornale e parlavano delle guerre o degli incendi, avevo paura che ci fosse una guerra nel nostro paese o che si sarebbe bruciata la casa. Spesso ci pensavo quando ero a letto, sola. Allora uscivo correndo verso la stanza di mio fratello, o dei miei genitori e mi sdraiavo con loro. Ricordo che mia nonna diceva a mia madre che mi stava viziando, che io dovevo dormire nel mio letto ed affrontare le paure da sola.

Penso a mio figlio. Non voglio che abbia mai paura, anche se so che ne avrà. Non voglio che nell'oscurità smetta di chiamarmi per sete, o perché lo spaventano i fantasmi, o perché teme che ci cada un fulmine sulla casa. Qualcuno dirà che se lo inventa per tenermi lì, al lato suo. Che mi sta usando. Altri si complimenteranno con me per accudirlo a qualsiasi ora. Alcuni mi consiglieranno di lasciarlo lì, nell'oscurità e che gli spieghi che è impossibile che il fuoco della montagna arrivi fino a casa nostra. Altri mi incoraggeranno ad abbracciarlo, consolarlo e stargli accanto finché finisca il temporale.

Quanta fortuna abbiamo di stare dove siamo e che ciechi che siamo, che non vediamo ciò che succede più in là delle nostre frontiere. Non riesco ad immaginare queste mamme in guerra che lasciano piangere i loro figli per farli dormire, ma abbracciate a loro, consolando le loro paure e lamentandosi della morte dei loro cari. Mi fa male pensare a quel bambino che viene menato dai suoi genitori o insultato, che non gli danno da mangiare o non si occupano di lui perché non  gli vogliono bene. Questo bimbo un giorno riceverà una bastonata che lo porterà in ospedale e chissà più in alto, al cielo.

Perché avendo il privilegio di poter evitare la sofferenza nei nostri figli, ci impegniamo ad insegnar loro i bastoni che da la vita, sin da piccolini? Per caso non soffrirà quando sarà più grande? Perché li dobbiamo preparare ad essere indipendenti e a distrarsi da soli quando hanno appena pochi mesi di vita?

Concludo che siamo privilegiati per stare dove siamo, per avere quello che abbiamo. Ci è toccata una vita buona. Voglio ringraziare mio figlio per l'opportunità che mi ha dato di vedere la vita con altri occhi,  smettere di essere tanto egoista e valorizzare la fortuna che ho di poter godere della felicità al suo lato. Voglio dargli la grazia per svegliarmi durante le notti, per chiedere la mia presenza continuamente, per chiedermi di dormire in braccio. Per offrirmi la soddisfazione di saper calmare il suo pianto, di abbracciare il suo corpo nell'oscurità e baciare la sua testolina. So che nella maggior parte dei suo risvegli notturni ha bisogno solamente di sentire la mia mano sulla sua schiena, o che gli sussurri che lo amo, o che lo addormenti avvolgendolo. Ci saranno giorni complicati ed io mi innervosirò, magari di malumore perché sarò stanca. Però lui sa che io starò lì, non rimarrà con gli occhi aperti, nell'oscurità pensando a chissà che cosa.

Sono incapace di capire perché si deve lasciar piangere un bambino affinché si addormenti, quando l'unica cosa che impara un bebè è che sta lì solo, come i bimbi negli orfanotrofi. Non capisco perché in una società tanto avanzata, abbiamo bisogno di libri per sostituire l'istinto. Abbiamo bisogno ce ci dicano tutto il tempo come dobbiamo fare le cose per aver fiducia in noi stessi/e e sapere che lo stiamo facendo correttamente. E poiché lo scrivono gli esperti che sanno molto, noi ci crediamo e lo facciamo, sempre pensando che sia corretto e la cosa migliore. Ci convincono che se entriamo ogni certo tempo nella sua cameretta, nostro figli@ saprà che stiamo lì anche se abbiamo le braccia incrociate e ci neghiamo di prenderl@ in braccio. Questo signore si è dimenticato di citare il famoso studio dove si dimostrava che non c'era nessuna differenza tra entrare o meno nella stanza mentre il bebè piange per addormentarsi. Forse se lo è dimenticato. Questo che è medico e ne sa tanto.

Amiche ed amici miei, vi ringrazio per condividere con voi la quotidianità. La vostra esperienza e consigli mi hanno aiutato ad avere fiducia e soprattutto ad ascoltare. Ad ascoltare mio figlio.

Però soprattutto non dimenticatevi mai di ascoltare il vostro cuore. Lì sono tutte le risposte.

Non abbiate paura di ciò che diranno, delle minacce che ultimamente vanno di moda per poter vendere i libri. Se vi ascoltate ed ascoltate il vostro bebè, raramente vi sbaglierete. E se lo fare, perché è umano, per lo meno non avrete di che pentirvene. 

giovedì 25 aprile 2013

DAGLI IL LATTE OGNI SETTE GIRI DI CLESSIDRA!

Eh si, è proprio quello che sono solita dire alle mamme che mi chiedono: "ogni quanto tempo devo dargli la poppata?" Allora io mi domando se per caso gli egizi, i greci, i romani, o nel "recente" Medio Evo, si preoccupassero di allattare i propri figli leggendo la meridiana oppure contando i giri di clessidra.
O senza andare troppo in là con il tempo, non mi sembra che attualmente nei paesi sotto sviluppati, dove è difficile vedere una mamma con un orologio al polso, le mamme non sappiano quando allattare i propri figli.
La risposta ovviamente è no!

E allora perché le mamme moderne continuano a fare questa sciocca domanda?
Perché sono esageratamente influenzate da pediatri ignoranti che durante il loro corso di studi vedono solo bambini e bebè malati, non sani; non fanno esami universitari sull'allattamento materno, in neonatologia esistono solo incubatrici, biberon e poco si vedono mamme allattare i loro bebè prematuri, quindi non hanno sufficienti informazioni.

Inoltre è più facile dare numeri, piuttosto che "perdere tempo" appresso ad una puerpera con gli ormoni a mille, quasi isterica, che vede il suo bebè piangere tutto il tempo e non riuscire ad attaccarsi bene al seno.

Ecco che comincia la fatidica impresa della neo mamma: allattare il proprio bambino, e i numeri, tipo tombola, saltano fuori. Secondo l' OMS dovrebbe crescere circa dai 120 ai 150 grammi a settimana, di cui 20 g al dì. Allora la doppia pesata (esclusiva caratteristica delle mamme italiane), diventa il personaggio principale del puerperio e le mamme cominciano con il baby blues a meno di una settimana dal rientro dall'ospedale. Io poi, che odio la matematica, se l'avessi fatto sarei andata proprio ai matti.

Nell'utero non ci sono clessidre, orologi, cronometri; non ci sono chiavi, né lucchetti che aprono e chiudono il cordone ombelicale attraverso cui i bebè si nutrono, e allora perché una volta usciti dal mondo "placentato" dell'utero, dobbiamo dare ai nostri bebè inermi limiti di orario a cui non erano affatto abituati?
Lo stomaco di un bebè ha più o meno la misura del suo pugno: quanto liquido pensate che possa entrarci? Poco, e sapete che il latte materno è molto più facile da digerire di quello artificiale? Lo dice la parola stessa, non è naturale, è artificiale! Per cui il suo stomaco ha bisogno di essere riempito più frequentemente rispetto a quello di un adulto.

Voglio ancora aggiungere che spesso noi ci sediamo a tavola ma non terminiamo tutto ciò che abbiamo nel piatto, e poi magari dopo solamente un'ora dalla fine del pasto sentiamo un leggero languorino di un dolce, o di una frutta. Allora immediatamente soddisfiamo questo piccolo bisogno o semplice voglia di qualcosa da mettere sotto i denti ... ma non avevamo appena finito di mangiare? Studiamo, leggiamo o guardiamo la tv accompagnati da un bicchiere di succo di frutta o di acqua, ma non avevamo bevuto durante il pasto? eppure abbiamo sete!

Allora anche i bebè a volte mangiano, e quindi poppano più rigorosamente, altre volte bevono, ed altre fanno uno spuntino, non sempre devono necessariamente mangiare, per cui non sempre prendono la stessa quantità di latte ad ogni poppata.

Basta con le doppie pesate!!! Basta con gli orari scanditi, buttiamo via gli orologi, sdraiamoci o sediamoci sul letto, sul divano, mettiamoci comode e spogliamo i nostri seni presentandoli ai nostri cuccioli e doniamo loro questo alimento sacro che è il latte materno!

venerdì 25 gennaio 2013

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte 2)

Trovare la persona adeguata che ci sostenga durante il primo periodo in casa non è facile.
Deve essere capace di osservarci senza giudicarci, e poter "uscire di scena" per agire solo come "facilitatore" del vincolo che stiamo creando tra madre e figlio. Non importa che facciamo le cose per bene, l'importante è che abbiamo il "via libera" per l'incontro con il nostro essere più profondo, per cui con l'esserino che è appena nato. 
Le persone che ci sono accanto devono avere fiducia nel fatto che ogni relazione incontrerà la sua modalità, e possono aiutarci dicendoci che se ascoltiamo i messaggi dell'anima e seguiamo il nostro più intimo credo, troveremo il modo per incontrarci con nostro figlio.
 Queste persone sostenitrici devono compiere il ruolo di protettori del duetto e allo stesso tempo di guardiani. La contraddizione appare quando le persone a noi più vicine, e a volte il nostro partner, si converte in nemico dentro casa.
Per paura, o per mancanza di conoscenze, o per seguire ragioni esterne per non sbagliare, non credono alla naturalezza con cui ognuna di noi connette con il bebè,

sabato 1 settembre 2012

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte I)

Una volta superata la maggiore "scena temuta" che si è accaparrata la nostra attenzione durante vari mesi, cioè una volta che siamo passate per il parto, e secondo le gentili attenzioni o i maltrattamenti che abbiamo ricevuto, e la qualità dell'incontro che siamo riuscite a sperimentare con il nostro bebè, apparirà la seguente "scena temuta", che è il ritorno a casa. Ci troveremo con un bebè in braccio e un infinita lista di consigli dei medici e di altre persone. Ma la grande domanda che ci poniamo è: cosa farò con questo piccolino quando non riusciremo a calmarlo e non abbiamo nessuno di fiducia a cui chiedere aiuto?

Se siamo al primo figlio vale la pena sapere che "il peggio" non è il parto, ma quello che viene dopo! E non dico per incutere terrore, anzi al contrario perché possiamo prevedere che l'assistenza fisica ed emozionale è imprescindibile durante il puerperio!

Una madre non dovrebbe mai essere sola con un bebè in braccio. Tutte le madri puerpere hanno bisogno di compagnia e sostegno per sommergersi nelle sensazioni oniriche della fusione emozionale con il bebè.

Oggi giorno, soprattutto nelle grandi città, non si conta con una comunità di donne che ci sostenga, ci aiuti, e ci avvicini alla conoscenza e all'esperienza delle donne anziane.A volte non contiamo neanche sulle nostre sorelle o zie, o semplicemente non le consideriamo delle referenti valide all'interno delle nostre ricerche personali.

Che tipo di compagnia abbiamo bisogno? Sicuramente la presenza

martedì 3 luglio 2012

Indipendenza dei figli

Oggi ci trovavamo ad una festa del quartiere per inaugurare due nuove attività: organizzazioni eventi e cerimonie e catering con torte e dolcetti fantasia.
Per intrattenere i bambini è stato chiamato un mago che faceva giochi con le bolle di sapone.
Erano lì in prima fila ad assistere allo spettacolo, seduti a terra, tutti i bambini, mentre noi adulti restavamo alle loro spalle. Durante lo spettacolo mi sono avvicinata a mia figlia di 3 anni e mezzo che, stando seduta a terra con un semplice vestitino, poteva avere fastidio sulle cosciette o addirittura sul sederino, e le ho offerto un fazzoletto per accomodarcisi sopra. Dopo essersi sistemata, e vedendomi ancora là dietro di lei ad accertarmi che stesse bene, mi ha palesemente detto: "mamma vai là, io voglio vedere il mago, qui ci sono i bambini e là le mamme!".



Per un attimo non ho creduto alle mie orecchie: mai mia figlia mi ha detto una cosa simile! mai ha richiesto il mio distacco da lei, tutt'altro, sempre mi ha voluta vicina!!! Fino a pochi mesi fa era aggrappata alle mie braccia come uno scimpanzé bebè alla sua mamma.
Penso che con oggi,e forse anche con altri piccoli accenni precedenti, stia cominciando quella fase di indipendenza e distacco sicuro, che arriverà un giorno in cui mi dirà: mamma io vado via di casa!
Fondamentale è per me che lei sappia sempre che, ogni volta che volgerà lo sguardo, io sarò sempre lì ad appoggiarla e sorreggerla in ogni sua scelta e pronta ad aiutarla se ne avesse bisogno.
La maternità non finisce mai!!!