sabato 1 settembre 2012

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte I)

Una volta superata la maggiore "scena temuta" che si è accaparrata la nostra attenzione durante vari mesi, cioè una volta che siamo passate per il parto, e secondo le gentili attenzioni o i maltrattamenti che abbiamo ricevuto, e la qualità dell'incontro che siamo riuscite a sperimentare con il nostro bebè, apparirà la seguente "scena temuta", che è il ritorno a casa. Ci troveremo con un bebè in braccio e un infinita lista di consigli dei medici e di altre persone. Ma la grande domanda che ci poniamo è: cosa farò con questo piccolino quando non riusciremo a calmarlo e non abbiamo nessuno di fiducia a cui chiedere aiuto?

Se siamo al primo figlio vale la pena sapere che "il peggio" non è il parto, ma quello che viene dopo! E non dico per incutere terrore, anzi al contrario perché possiamo prevedere che l'assistenza fisica ed emozionale è imprescindibile durante il puerperio!

Una madre non dovrebbe mai essere sola con un bebè in braccio. Tutte le madri puerpere hanno bisogno di compagnia e sostegno per sommergersi nelle sensazioni oniriche della fusione emozionale con il bebè.

Oggi giorno, soprattutto nelle grandi città, non si conta con una comunità di donne che ci sostenga, ci aiuti, e ci avvicini alla conoscenza e all'esperienza delle donne anziane.A volte non contiamo neanche sulle nostre sorelle o zie, o semplicemente non le consideriamo delle referenti valide all'interno delle nostre ricerche personali.

Che tipo di compagnia abbiamo bisogno? Sicuramente la presenza

martedì 3 luglio 2012

Indipendenza dei figli

Oggi ci trovavamo ad una festa del quartiere per inaugurare due nuove attività: organizzazioni eventi e cerimonie e catering con torte e dolcetti fantasia.
Per intrattenere i bambini è stato chiamato un mago che faceva giochi con le bolle di sapone.
Erano lì in prima fila ad assistere allo spettacolo, seduti a terra, tutti i bambini, mentre noi adulti restavamo alle loro spalle. Durante lo spettacolo mi sono avvicinata a mia figlia di 3 anni e mezzo che, stando seduta a terra con un semplice vestitino, poteva avere fastidio sulle cosciette o addirittura sul sederino, e le ho offerto un fazzoletto per accomodarcisi sopra. Dopo essersi sistemata, e vedendomi ancora là dietro di lei ad accertarmi che stesse bene, mi ha palesemente detto: "mamma vai là, io voglio vedere il mago, qui ci sono i bambini e là le mamme!".



Per un attimo non ho creduto alle mie orecchie: mai mia figlia mi ha detto una cosa simile! mai ha richiesto il mio distacco da lei, tutt'altro, sempre mi ha voluta vicina!!! Fino a pochi mesi fa era aggrappata alle mie braccia come uno scimpanzé bebè alla sua mamma.
Penso che con oggi,e forse anche con altri piccoli accenni precedenti, stia cominciando quella fase di indipendenza e distacco sicuro, che arriverà un giorno in cui mi dirà: mamma io vado via di casa!
Fondamentale è per me che lei sappia sempre che, ogni volta che volgerà lo sguardo, io sarò sempre lì ad appoggiarla e sorreggerla in ogni sua scelta e pronta ad aiutarla se ne avesse bisogno.
La maternità non finisce mai!!!

lunedì 18 giugno 2012

Vantaggi del co-sleeping: dormire con i nostri figli


Quali sono i vantaggi di tenere il nostro bebè a letto con noi?
I vantaggi del co-sleeping si devono considerare sempre se siano una scelta di ambo i genitori e se si pratica seguendo le misure di sicurezza.
Il vantaggio principale consiste nel fatto che il bebè saprà che sarai lì, e potrai rispondere emozionalmente e psicologicamente in maniera molto beneficiosa. I bebè allattati popperanno più frequentemente senza disturbare il sonno della madre ed inoltre dormirete tutti di più rispetto al caso di bebè allattati che dormono soli. I bebè si svegliano molto più frequentemente, però durante meno tempo che non se dormissero separati, il che suppone, al meno in teoria, più quantità di energia per crescere. 

venerdì 15 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità è liberatrice e apporta fiducia

Facilitare i vincoli
Può risultare un compito difficile dare permanentemente spiegazioni ai bambini, senza dubbio però facilita i vincoli. Poco a poco converte i bambini in esseri che accompagnano con fluidità le decisioni e le necessità dei genitori, poiché ne capiscono il senso. Con il passar del tempo le spiegazioni saranno più corte e precise, dal momento che il bambino comprenderà i concetti di tempo e di spazio. Il bebè ha bisogno ogni giorno delle parole della madre che servono da intermediarie in assenza o di fronte ad ogni situazione nuova. Infatti un bambino di tre anni che gestisce spigliatamente il linguaggio verbale, "già sa" che quando la madre dice "vado a lavorare", ha tutto il senso che gli è stato dato con molte parole piene di significato durante questi tre anni.

Alla ricerca della propria verità
La verità sempre va preceduta dalla parola "io". Perché la verità è personale, corrisponde a ciò che mi succede, quello che sento, quello che desidero.

martedì 12 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità interna

La Verità interna
L'amore è il centro della nostra vita, e la verità è l'asse della comunicazione. Di fatti "parlare con il cuore" è dire la verità interna. La verità interna trasmette ciò che mi succede, ciò che sento, che desidero, che temo.
Se siamo capaci di guardarci dentro senza pregiudizi, se ci connettiamo semplicemente con ciò che ci succede, senza valutarlo come buono o cattivo, allora ci staremo relazionando con la nostra verità interna, che è l'espressione dell'anima.

domenica 10 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità esterna.


Tutti gli esseri umani hanno la stessa capacità di comprensione dal primo giorno del concepimento fino al giorno della morte.
Lo disse molti anni fa la pediatra e psicoanalista  francese Francoise Dolto. La comprensione non deve essere dimostrata con una risposta verbale, infatti i bambini piccoli non possono utilizzare il linguaggio verbale, ma questo non significa che no lo comprendano.


La verità esterna
Perché è necessario parlar loro? Perché la verità concreta, detta con parole organizza la comprensione dei bambini e costruisce la struttura emozionale del sostenuta dalla logica.
Le parole con senso logico sono mediatrici tra i bambini ed il mondo. A differenza di degli adulti

venerdì 8 giugno 2012

Some bijou made by me


Cos'è un Mei Tai


Il mei tai è un tradizionale porta bebè asiatico.
Mei significa portare sulle spalle e Tai cintura o banda.
Tradizionalmente il Mei Tai cinese era un pezzo di stoffa quadrato o quasi un quadrato, con cinghie non imbottite parallele che emergevano dai lati di ciascun angolo. Era garantito portare tutte le strisce assieme e con una torsione e con le estremità nascoste.

domenica 4 marzo 2012

Importanza della fase "in braccio"

Noi esseri umani siamo primati portati, cioè siamo fatti per essere portati in braccio.
Dalle origini dell'uomo si è sempre portato i bebè in braccio o attraverso l'uso dei porta bebè. 
Siamo gli unici esseri viventi capaci di spostarci da soli all'età di nove mesi circa. Un gattino appena nato riesce a muoversi fin verso sua madre dopo appena 14 giorni dalla nascita, un vitello immediatamente alcuni minuti dopo la nascita è già capace di camminare.
Infatti, evolutivamente parlando, l'essere umano nasce prematuro: quando arriva al mondo non è capace di spostarsi da solo e le sue necessità basiche devono essere soddisfatte. Così i bebè cercano e desiderano ardentemente la presenza di sua madre, assicurandosi che le sue necessità verranno immediatamente soddisfatte.

mercoledì 18 gennaio 2012

Happy 4th anniversary!

Son passati quattro bellissimi ed intensi anni dal giorno in cui io e la mia dolce metà ci siamo detti SI



Grazie amore mio!!!!

domenica 15 gennaio 2012

Il pianto del bebè ... e della mamma

Il seguente testo è la traduzione di parte di un video realizzato da una grande scrittrice argentina, Laura Gutman.

"Durante milioni di anni, noi bebè appena nati abbiamo mantenuto uno strettissimo contatto corporale con le nostre madri e anche se negli ultimi secoli veniamo privati di questa incalcolabile vivenza, ogni nuovo bebè che nasce spera di trovarsi in questo stesso luogo, nelle braccia di sua madre.

sabato 7 gennaio 2012

Il tuo bebè dorme tutta la notte?

Molte volte mi è capitato, e tutt'ora capita, ricevere questa domanda ed io ho sempre risposto felicemente: 
"Si, mi considero una mamma davvero fortunata. Dorme tutta la notte di seguito, in media 12 ore. Certo, poi si sveglia ogni due per fare la sua poppata!"
A quel punto la gente sgrana gli occhi e mi guarda allibita. Allora io sono solita rispondere che questo è normale per un bambino sano!