lunedì 15 dicembre 2014

Mamma, grazie che mi hai iscritto a questa scuola!

Con oggi sono passati tre mesi dall'inizio della scuola e fino ad ora ciò che mia figlia di 6 anni ha saputo dirmi è stata questa bellissima frase:
          "Mamma, grazie che mi hai iscritto a questa scuola!"
Che gioia per me sentire queste parole!!!

Mi sono commossa!! 
Si, perché è stata la unica vera risposta a tutti i miei quesiti che mi sono posta durante l'ultimo anno, a partire cioè da quando, con mio marito, armati di tanta pazienza, abbiamo cominciato a seguire i vari "open day" delle scuole del nostro quartiere e dei quartieri limitrofi. Abbiamo visitato circa 5-6 scuole. Alcune belle, ben organizzate, almeno apparentemente; altre fatiscenti, con intonaci che cadono a pezzi e nessuno fa qualcosa per sistemare una scuola in deterioramento. un giorno eravamo in una di quest'ultime, con un bel gran giardino e patio dove gli alunni fanno la ricreazione, ci piaceva, nonostante l'aspetto estetico poco accogliente, da una delle aule abbiamo sentito un forte urlo di donna  "ma allora vuoi stare zitto!!!" ... siamo scappati.
No, non era proprio quello che cercavamo.
Siamo stati accolti da presidi, vice presidi, bidelli, coordinatori, insegnanti vari, e solo una volta da una delle insegnanti che avrebbero preso la prima elementare nell'anno accademico 2014/2015, era la vicepreside della scuola. Non è stato mai possibile parlare con uno dei futuri insegnanti di mia figlia. un giorno chiamai in segreteria chiedendo di poter avere un colloquio con le sue probabili insegnanti, mi risposero: "lei prima la iscrive qui e poi le faremo parlare con le maestre". No, scusi ma a casa mia (forse casa mia è solo un mondo utopico) non è così: prima conosco le insegnanti, poi, SE mi piacciono, iscrivo la bambina!
Così un po' delusa, un po' timorosa, tornai sui miei vecchi passi, quando nel 2011 ero a Tenerife, già certa del nostro rientro in Italia ed ero estremamente preoccupata per l'educazione di mia figlia. Di fronte al pc, collegato sul web scrissi le seguenti parole su un noto motore di ricerca: home schooling Roma, e poi community school Roma, e mi apparve ASSOCIAZIONE MANES. Era nata da poco ed io non lo sapevo, ma quello che scrivevano sull'educazione dei bambini rispecchiava esattamente ciò che io cercavo per mia figlia.
Ovviamente non me ne dimenticai, infatti nove mesi fa mi misi in contatto con suddetta associazione e, su consiglio di una mia amica, la cui figlia frequenta la Community School, chiesi di poter assistere ad una lezione. 
Molto difficile, se non impossibile che un insegnate apra le porte della propria aula a perfetti sconosciuti ad assistere alle sue lezioni!
Mi presentai alle 8.30 di mattina, venni ben accolta da una delle mamme (che si occupa dell'insegnamento della lingua spagnola) e dalla gentilezza dei maestri Danilo e Mirko. Le lezioni cominciarono con una preghiera di inizio giornata e l'accensione di una candelina. Poi il maestro fece mettere in riga i bambini (dai 6 ai 10 anni in un'unica aula) e a turno tirava loro dei sacchettini di sale che dovevano ritmicamente prendere, ero allibita, tutto ciò non l'avevo mai visto. Accanto a me, in piedi c'era una ragazza e le chiesi: scusi ma cosa stanno facendo? La risposta fu "Coordinazione" Ah, coordinazione! questa poi non l'ho mai sentita, fare coordinazione a scuola.. Infatti se ci pensiamo bene la coordinazione del nostro corpo nei movimenti è importantissima nella vita!
Poi la lettura ad alta voce di un libro, da parte del maestro, poi lo svolgere di un esercizio alla lavagna che comprendeva zoologia e italiano, poi l'ascolto da parte del maestro delle storie dei ragazzi entusiasti di poter condividere con insegnante e compagni i loro racconti (quando mai a noi la maestra ascoltava uno ad uno i nostri episodi, storie, fatti accaduti...??), poi l'interrompere le lezioni con due pause in giardino, nonostante i ragazzi uscissero alle 13!!! Su due pareti dell'aula erano posti dei disegni ad acquerello e poi la stessa immagine riportata in forma tridimensionale con la creta. Ad un angolo c'era il tavolo delle stagioni, invenzione di Goethe ma tanto ripreso dalla pedagogia Waldorf, così tante altre cose come l'utilizzo di materiali naturali; e poi notai la gentilezza del maestro Mirko e soprattutto la sua pazienza!!!!
E poi, e poi ... mi sono innamorata di quella scuola!
Vivo nel quartiere di Garbatella e l'attuale sede della Community School è ad Ostia Lido, a 40 minuti da casa, a 28 km di distanza. Volevo quella per mia figlia, punto e basta!
Ho parlato con mio marito, e dopo diverse riflessioni assieme sapendo quanto traffico avremmo incontrato ogni giorno, sapendo che pur avendo altre scuole vicino, ci saremmo imbarcati ogni giorno per fare molti chilometri in auto, alla fine abbiamo scelto per la Community e ne siamo tutti e due felici, soprattutto perchè nostra figlia Helena è felice di andare a scuola ogni giorno, è felice di stare con i suoi compagni, adora il suo maestro Mirko, è molto legata alla sua amichetta Alma, è la più piccola e la più coccolata.
E' stata accolta da tutti a braccia aperte, così come anche noi genitori siamo stati ben accolti dagli altri genitori.  Agli estranei che le chiedono quanti anni ha, che classe fa e dove va a scuola (un pacchetto no?) , lei risponde sempre "Io vado ad una scuola speciale" e la gente resta un po' di stucco, poi ancora la domanda " E quanti siete in classe?" - come se nel collettivo si sappia fondamentalmente quanto sia importante e condizionabile il numero degli alunni di una classe, ma poi alla fine si vedono sempre classi di 25 e oltre alunni -  "Siamo 7"  "Ah, allora capisco perché è una scuola speciale!" è la classica risposta e poi mi guardano con sguardo tipo "ma è vero?"
Sì, è vero, è una scuola speciale, unica nel suo genere ed io sono felicissima e anche Helena  è felice di fare varie attività come creta, acquarello, teatro, parte ritmica, il rito dell'accensione della candelina, il saluto finale ricco di parole di amore, le sue due merende in giardino dove tutti assieme (sono solamente 7 bambini) giocano, corrono si arrampicano sull'albero e vanno sullo skateboard.
Non sa cosa sono i compiti a casa, non c'è stress per lei, né per noi. Helena è rispettata in quanto persona ed aiutata nel suo processo di crescita. 
Come non vedremo mai un fiorista prendere le sue bellissime rose cercando di aprir loro i petali ed egli aspetterà sempre il loro giusto momento, così anche per Helena non ci sarà nessuna forzatura nell'apprendimento e tutti aspetteranno il momento migliore del suo sbocciare, proprio come una rosa!

1 commento:

Tu cosa ne pensi?