venerdì 21 giugno 2013

IL CONGELAMENTO DEL CORPO DELLE DONNE

Per comprendere la logica della nostra società basata sulla dominazione, osserviamo che il problema non sta nel bebè che non trova il corpo di sua madre al nascere, ma questa madre che non sente  -spontaneamente- affetto verso suo figlio. Questo è, dal mio punto di vista, il vero dramma della civilizzazione. Le donne, così come anche gli uomini, provengono da storie personali di abbandono, mancanza di contatto fisico, sguardi, disponibilità affettiva, tenerezza, latte o abbracci.
Quindi abbiamo imparato sin da subito a congelare
le emozioni, il corpo, i desideri e le intuizioni.
Le distanze che abbiamo instaurato affinché il dolore non faccia così tanto male, in seguito ci ha convertito nelle donne che oggi siamo: distaccate e secche.

Questo freddo interno, è ciò che ci rende impossibile sentire compassione ed attaccamento verso il bebè. Tutti i cuccioli di uomo nascono da un ventre materno ed aspirano a restare in un territorio simile.Questo è intrinseco a tutte le specie di mammiferi. Il vero problema è che noi madri umane abbiamo anestetizzato il nostro istinto di attaccamento, con l'obiettivo di non continuare a soffrire per quella distanza vissuta quando noi stesse eravamo bambine. E' una ruota che gira su se stessa: vuoto, distanza con la propria madre, congelamento del corpo e delle emozioni, anestesia del vincolo, e poi impossibilità o freno di fronte all'istinto di attaccamento con la nuova creatura.

Se noi donne sentissimo la potente necessità di non separarci dalle nostre creature, nessuno potrà imporci questo allontanamento. Siamo noi donne che - rifiutando un bebè che non sentiamo nostro - permettiamo, stimoliamo e facilitiamo che la creatura sia allontanata e toccata da persone estranee.
E' ovvio che, per comprendere questa mancanza di attaccamento, dobbiamo risalire in dietro, verso nostra madre, e verso le madri delle nostre madri, così per generazioni di separazioni precoci ed anti-umane.

Esistono due fatti che meritano un pensiero ordinato per capire la portata del disastro ecologico rispetto alla mancanza di attaccamento della madre verso la sua creatura. Da una parte la massificazione dei maltrattamenti nei parti. Dall'altra la repressione sessuale - specialmente sulle donne - durante secoli di oscurantismo e misoginia. Ambedue le imposizioni sono strumenti perfetti del Patriarcato per ottenere la scomparsa di qualsiasi traccia di intuizione e di attaccamento della madre verso il suo bebè, per convertire ogni madre in una procreatrice di futuri guerrieri: bambini e poi giovani iracondi, disperati per mancanza di amore, con rabbia e con tutta la potenza posta al servizio della vendetta. O meglio, bambini devitalizzati, persi nella tecnologia, depressi e senza entusiasmo né volontà.

Laura Gutman

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3 commenti:

  1. E' un argomento importantissimo...che non trova mai abbastanza spazio. Va di pari passo con l'idea che il parto possa essere un'esperienza meravigliosa, se lasciato gestire da noi e dal nostro corpo. Ma purtroppo è il genere di temi su cui molte persone mostrano scetticismo, e noi passiamo per pazze invasate. Come sarebbe tutto più semplice e bello per molte donne se sole queste sovrastrutture venissero indebolite radicalmente.

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  2. Proprio così...Non possiamo cambiare il mondo, se non cambiamo il modo di venire al mondo(libera parafrasi di Michel Odent).

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  3. Ciao Why!Complimenti per come scrivi, mi piace tantissimo! E' tutto vero quello che dici,...e credo che siamo noi donne le prime a dover indebolire queste sovrastrutture!

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