martedì 30 aprile 2013

Una mamma spagnola scrive ...


Queste sono le parole di una mamma spagnola, scritte in un forum sul sonno dei bambini: qui il link per leggerlo in lingua originale. 

Traduzione a cura di Mamma Artigiana

Navigo per vari forum, con diverse filosofie. Leggo madri preoccupate perché i loro bambini non dormono, disperate per il pianto; altre che hanno paura che, se non insegnano autonomia ai loro bebè già da piccolini, poi saranno viziati e si convertiranno in tiranni. Alcune si sentono colpevoli per aver applicato certi metodi; altre raccontano orgogliose come riuscirono a far dormire i loro figli seguendo una tavola dei tempi. Paura dei capricci, delle conseguenze di determinate azioni "troppo" permissive. Discussioni, insulti, ognuna difende la propria idea e l'amore che sente per il proprio figlio. Tutti leggiamo molti libri di auto aiuto, adesso vanno di moda, lo vogliamo fare "bene".

Chiudo gli occhi e cerco di immaginarmi un bambino della guerra, o di un orfanotrofio.

Questi che non piangono più perché sanno che non c'è nessuno lì, soffrono la solitudine e la paura. Immagino che durante le notti, quando tutto è oscuro e si sentono le bombe che cadono, le grida del dolore, continuano in silenzio. Chissà non capiscono nulla, chissà né si aspettano che domani sia un giorno migliore. Ascolto il tremendo silenzio che deve invadere quelle stanze piene di bambini che ormai non sono più bambini; hanno smesso di esserlo da tempo, quando rimasero orfani o i loro genitori li abbandonarono perché non li volevano o perché non potevano offrire loro nulla. 

Penso a queste mamme africane abituate al fatto che i loro figli muoiano di AIDS. Piango per questi bambini che vedono morire le loro madri.

Apro gli occhi e "mi sveglio" da questo incubo. Mi ricordo, quando ero piccolina, che avevo molta paura durante i temporali. Per fortuna chiamavo i miei genitori e mia madre si sdraiava al mio lato per tutta la notte. Quando vedevo il telegiornale e parlavano delle guerre o degli incendi, avevo paura che ci fosse una guerra nel nostro paese o che si sarebbe bruciata la casa. Spesso ci pensavo quando ero a letto, sola. Allora uscivo correndo verso la stanza di mio fratello, o dei miei genitori e mi sdraiavo con loro. Ricordo che mia nonna diceva a mia madre che mi stava viziando, che io dovevo dormire nel mio letto ed affrontare le paure da sola.

Penso a mio figlio. Non voglio che abbia mai paura, anche se so che ne avrà. Non voglio che nell'oscurità smetta di chiamarmi per sete, o perché lo spaventano i fantasmi, o perché teme che ci cada un fulmine sulla casa. Qualcuno dirà che se lo inventa per tenermi lì, al lato suo. Che mi sta usando. Altri si complimenteranno con me per accudirlo a qualsiasi ora. Alcuni mi consiglieranno di lasciarlo lì, nell'oscurità e che gli spieghi che è impossibile che il fuoco della montagna arrivi fino a casa nostra. Altri mi incoraggeranno ad abbracciarlo, consolarlo e stargli accanto finché finisca il temporale.

Quanta fortuna abbiamo di stare dove siamo e che ciechi che siamo, che non vediamo ciò che succede più in là delle nostre frontiere. Non riesco ad immaginare queste mamme in guerra che lasciano piangere i loro figli per farli dormire, ma abbracciate a loro, consolando le loro paure e lamentandosi della morte dei loro cari. Mi fa male pensare a quel bambino che viene menato dai suoi genitori o insultato, che non gli danno da mangiare o non si occupano di lui perché non  gli vogliono bene. Questo bimbo un giorno riceverà una bastonata che lo porterà in ospedale e chissà più in alto, al cielo.

Perché avendo il privilegio di poter evitare la sofferenza nei nostri figli, ci impegniamo ad insegnar loro i bastoni che da la vita, sin da piccolini? Per caso non soffrirà quando sarà più grande? Perché li dobbiamo preparare ad essere indipendenti e a distrarsi da soli quando hanno appena pochi mesi di vita?

Concludo che siamo privilegiati per stare dove siamo, per avere quello che abbiamo. Ci è toccata una vita buona. Voglio ringraziare mio figlio per l'opportunità che mi ha dato di vedere la vita con altri occhi,  smettere di essere tanto egoista e valorizzare la fortuna che ho di poter godere della felicità al suo lato. Voglio dargli la grazia per svegliarmi durante le notti, per chiedere la mia presenza continuamente, per chiedermi di dormire in braccio. Per offrirmi la soddisfazione di saper calmare il suo pianto, di abbracciare il suo corpo nell'oscurità e baciare la sua testolina. So che nella maggior parte dei suo risvegli notturni ha bisogno solamente di sentire la mia mano sulla sua schiena, o che gli sussurri che lo amo, o che lo addormenti avvolgendolo. Ci saranno giorni complicati ed io mi innervosirò, magari di malumore perché sarò stanca. Però lui sa che io starò lì, non rimarrà con gli occhi aperti, nell'oscurità pensando a chissà che cosa.

Sono incapace di capire perché si deve lasciar piangere un bambino affinché si addormenti, quando l'unica cosa che impara un bebè è che sta lì solo, come i bimbi negli orfanotrofi. Non capisco perché in una società tanto avanzata, abbiamo bisogno di libri per sostituire l'istinto. Abbiamo bisogno ce ci dicano tutto il tempo come dobbiamo fare le cose per aver fiducia in noi stessi/e e sapere che lo stiamo facendo correttamente. E poiché lo scrivono gli esperti che sanno molto, noi ci crediamo e lo facciamo, sempre pensando che sia corretto e la cosa migliore. Ci convincono che se entriamo ogni certo tempo nella sua cameretta, nostro figli@ saprà che stiamo lì anche se abbiamo le braccia incrociate e ci neghiamo di prenderl@ in braccio. Questo signore si è dimenticato di citare il famoso studio dove si dimostrava che non c'era nessuna differenza tra entrare o meno nella stanza mentre il bebè piange per addormentarsi. Forse se lo è dimenticato. Questo che è medico e ne sa tanto.

Amiche ed amici miei, vi ringrazio per condividere con voi la quotidianità. La vostra esperienza e consigli mi hanno aiutato ad avere fiducia e soprattutto ad ascoltare. Ad ascoltare mio figlio.

Però soprattutto non dimenticatevi mai di ascoltare il vostro cuore. Lì sono tutte le risposte.

Non abbiate paura di ciò che diranno, delle minacce che ultimamente vanno di moda per poter vendere i libri. Se vi ascoltate ed ascoltate il vostro bebè, raramente vi sbaglierete. E se lo fare, perché è umano, per lo meno non avrete di che pentirvene. 

giovedì 25 aprile 2013

DAGLI IL LATTE OGNI SETTE GIRI DI CLESSIDRA!

Eh si, è proprio quello che sono solita dire alle mamme che mi chiedono: "ogni quanto tempo devo dargli la poppata?" Allora io mi domando se per caso gli egizi, i greci, i romani, o nel "recente" Medio Evo, si preoccupassero di allattare i propri figli leggendo la meridiana oppure contando i giri di clessidra.
O senza andare troppo in là con il tempo, non mi sembra che attualmente nei paesi sotto sviluppati, dove è difficile vedere una mamma con un orologio al polso, le mamme non sappiano quando allattare i propri figli.
La risposta ovviamente è no!

E allora perché le mamme moderne continuano a fare questa sciocca domanda?
Perché sono esageratamente influenzate da pediatri ignoranti che durante il loro corso di studi vedono solo bambini e bebè malati, non sani; non fanno esami universitari sull'allattamento materno, in neonatologia esistono solo incubatrici, biberon e poco si vedono mamme allattare i loro bebè prematuri, quindi non hanno sufficienti informazioni.

Inoltre è più facile dare numeri, piuttosto che "perdere tempo" appresso ad una puerpera con gli ormoni a mille, quasi isterica, che vede il suo bebè piangere tutto il tempo e non riuscire ad attaccarsi bene al seno.

Ecco che comincia la fatidica impresa della neo mamma: allattare il proprio bambino, e i numeri, tipo tombola, saltano fuori. Secondo l' OMS dovrebbe crescere circa dai 120 ai 150 grammi a settimana, di cui 20 g al dì. Allora la doppia pesata (esclusiva caratteristica delle mamme italiane), diventa il personaggio principale del puerperio e le mamme cominciano con il baby blues a meno di una settimana dal rientro dall'ospedale. Io poi, che odio la matematica, se l'avessi fatto sarei andata proprio ai matti.

Nell'utero non ci sono clessidre, orologi, cronometri; non ci sono chiavi, né lucchetti che aprono e chiudono il cordone ombelicale attraverso cui i bebè si nutrono, e allora perché una volta usciti dal mondo "placentato" dell'utero, dobbiamo dare ai nostri bebè inermi limiti di orario a cui non erano affatto abituati?
Lo stomaco di un bebè ha più o meno la misura del suo pugno: quanto liquido pensate che possa entrarci? Poco, e sapete che il latte materno è molto più facile da digerire di quello artificiale? Lo dice la parola stessa, non è naturale, è artificiale! Per cui il suo stomaco ha bisogno di essere riempito più frequentemente rispetto a quello di un adulto.

Voglio ancora aggiungere che spesso noi ci sediamo a tavola ma non terminiamo tutto ciò che abbiamo nel piatto, e poi magari dopo solamente un'ora dalla fine del pasto sentiamo un leggero languorino di un dolce, o di una frutta. Allora immediatamente soddisfiamo questo piccolo bisogno o semplice voglia di qualcosa da mettere sotto i denti ... ma non avevamo appena finito di mangiare? Studiamo, leggiamo o guardiamo la tv accompagnati da un bicchiere di succo di frutta o di acqua, ma non avevamo bevuto durante il pasto? eppure abbiamo sete!

Allora anche i bebè a volte mangiano, e quindi poppano più rigorosamente, altre volte bevono, ed altre fanno uno spuntino, non sempre devono necessariamente mangiare, per cui non sempre prendono la stessa quantità di latte ad ogni poppata.

Basta con le doppie pesate!!! Basta con gli orari scanditi, buttiamo via gli orologi, sdraiamoci o sediamoci sul letto, sul divano, mettiamoci comode e spogliamo i nostri seni presentandoli ai nostri cuccioli e doniamo loro questo alimento sacro che è il latte materno!

sabato 6 aprile 2013

Vaccinare si o no? ancora non so!

Lo scorso 15 aprile ho partecipato all'incontro sui vaccini organizzato dalla mia cara amica Mamma Pancia.
Ha fatto apertura all'incontro un interessante video intitolato Il Ragionevole Dubbio, potete vederlo e poi, una volta restati ti stucco resterete con il vostro dubbio, o con la certezza, se vaccinare o meno i vostri bebè.


Per quanto mi riguarda, assieme a mio marito, abbiamo deciso che per il momento non faremo iniettare nulla sulle cosciette del nostro piccolo di appena 6 mesetti.
Ovviamente la pediatra mi ha fatto firmare il dissenso informato, non perché lei mi abbia spiegato ed informato sui pro ed i contro dei vaccini, no, questo lo sto facendo da sola, anzi lei ha cercato di convincermi nel farli, ma stavolta, col secondo figlio, non ho ceduto.
Ci sono siti che informano sui vaccini:
www.comilva.org
www.vaccinareinformati.org

L'informazione è l'antidoto per l'ignoranza!!!

giovedì 7 marzo 2013

Vaccinare... si o no?

i tik di mammapancia: Vaccinare... si o no?:


Incontro informativo sulle vaccinazioni

 Con proiezione del video 
“ Il ragionevole dubbio”

 Venerdì 15 marzo 2013  h 17 

 Presso l’asilo nido "L'Emilio"
Via Bruno Molajoli, 66 Acilia

mercoledì 6 marzo 2013

METODO MADRE CANGURO & FASCIA ELASTICA

Il foulard elastico è una striscia di stoffa, leggermente elastica, che misura 50-70 cm di larghezza e 5 metri di lunghezza.
Ci sono diverse composizioni della stoffa, generalmente 95% cotone e 5% elastan, ma questa percentuale può variare. e questo fa sì che alcune hanno maggiore resistenza di altre.
Si utilizza incrociata sul corpo del portatore con tre strati che sostengono il bebè, tranne che nelle prime settimane o con bebè prematuri, i quali possono essere sorretti anche con una sola striscia di stoffa.
Sono caratterizzati per la loro leggerezza e comodità, tanto che si dice che sembrano una seconda pelle.

Perché portare il tuo bebè appena nato in un foulard elastico?

  • Non ci sono cuciture che possano dar fastidio alla fragile pelle dei bebè, incluso a quella dei prematuri
  • La loro stoffa, leggermente elastica, fa si che si mantenga la giusta tensione in ogni parte del corpo del bebè
  • E' facile da mettere anche per chi non ha mai utilizzato un foulard, dal momento che si può fare il nodo prima e poi collocare il bebè, a differenza di quelle fasce non elastiche che necessitano sorreggere il bebè mentre le si annodano
  • Permette di dare al bebè una buona postura fisiologica, tenendo in conto la sua evoluzione corporea.
  • Essendo così lunghe, possono usarle sia i papà che le mamme ... è per tutte le taglie.

In che posizione è meglio portare il bebè appena nato nella fascia elastica?
Possiamo collocare il bebè sia  nella posizione della rana, che nella posizione culla. La prima è la posizione che adottano fisiologicamente i nostri bebè, per questo è la più raccomandata.
Nella posizione della culla, sdraiato, potremo allattare il bebè comodamente.
Secondo le regole del MMC (Metodo Madre Canguro) che appaiono nella pagina web de la OMS, e nella pagina ufficiale della fondazione canguro possiamo incontrare un pdf scaricabile con informazioni molto utili dove spiega una buona posizione canguro per il bebè.

"Si deve collocare il bebè tra i seni della madre (o padre), in posizione verticale, in modo che il suo petto stia contro quello del portatore.
Si sosterrà il bebè con la fascia. La testa rivolta verso un lato, leggermente  stesa. La parte superiore della fascia andrà giusto sotto l'orecchio del bebè. La posizione leggermente stesa della testa mantiene aperte le vie respiratorie e permette il contatto visivo madre-figlio. E' da evitare sia la flessione in avanti, sia l'iperestensione della testa. Le anche dovranno essere flesse e le gambe tese in una postura che ricorda quella della rana. Anche le braccia dovranno essere piegate.


Sarà necessario annodare la tela con una forza tale che, quando la madre si alza il bambino non scivolerà, si dovrà garantire che la parte più stretta della tela sia situata sul petto del bebè.
L'addome di quest'ultimo non deve essere schiacciato ma deve stare all'altezza dell'epigastrio della madre. In questo modo il bebè dispone dello spazio sufficiente per la respirazione addominale. La respirazione della madre stimola al bebè. 

Come introdurre il bebè nella fascia ed estrarlo. Quando la madre acquisisce familiarità con questa tecnica, la sua paura di far male al bebè scomparirà.




  • sostenere il bebè con una mano posta dietro il collo e sulla schiena
  • appoggiare leggermente la parte inferiore della mandibola del bebè tra le dita della madre, con il fine di evitare che la testa di inclini verso il basso ed otturi le vie respiratorie mentre il bebè si trovi in posizione verticale
  • posizionare l'altra mano sotto il sedere del bebè."

Dobbiamo tener presente che in questo paragrafo si sta parlando di bebè prematuri, e della fascia che si utilizza per fare il metodo canguro in ospedale, però resta uguale la maniera di collocare il bebè anche nella fascia elastica e anche con bebè nati a termine. 

giovedì 28 febbraio 2013

Gravidanza in Spagna

Ho avuto la grande fortuna di trascorrere la mia prima gravidanza in Spagna.

Non appena sono venuta a conoscenza della bellissima bellissima notizia, sono andata dalla mia infermiera di famiglia, mia collega, la quale, dopo aver fatto una conoscenza generale della mia storia clinica, tutta trascritta al computer ovviamente, mi ha dato appuntamento con il mio medico di famiglia, che mi ha prescritto i primi esami da fare e mi ha indirizzata all'ostetrica.

Una volta fatta la prima analisi del sangue, per conoscere il valore delle beta HCG sono andata dalla mia ostetrica, la quale mi ha seguito per tutti gli otto mesi restanti.
La visita, una volta al mese circa, consisteva nel controllo della pressione arteriosa, del peso, e la misura del fondo dell'utero, nient'altro, nessuna esplorazione vaginale!
Mi hanno fatto fare solamente tre analisi del sangue in tutta la gravidanza, una per ogni trimestre, nonostante sia Toxoplasmosi negativa!
In effetti non c'è nessun bisogno di sottoporre una gestante, che ha già di per sé una tempesta di ormoni che le causano alti bassi di umore continui, ad analisi del sangue ogni mese, da ripetere magari anche se incerte, o risultanti positive, soprattutto quando alcuni studi scientifici rivelano la scarsa efficacia del trattamento antibiotico in caso di Toxoplasmosi contratta durante una gravidanza.
Ho eseguito solamente tre ecografie, fino al momento del parto, quando mi fecero la quarta per accertarsi della posizione del bebè, seguendo le regole della OMS.

Perché sottoporre le gestanti a continui controlli tocologici creando in lei paure, ansie, preoccupazioni, dubbi ed inquietudini sullo stato di salute suo e, soprattutto, del bambin@ che porta in grembo?

La gravidanza è uno stato fisiologico della donna dal momento del concepimento al parto.

Le ostetriche sono preparate a seguire le donne incinte durante i nove mesi di attesa in caso di gravidanza non a rischio, non vi è alcun motivo per cui i ginecologi prendano il loro posto; tra l'altro con un costo maggiore per le gestanti, 50 euro delle ostetriche contro i 150 euro dei ginecologi.

Inoltre la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in uno studio su donne incinta, ha rilevato che le cure e le visite da parte di ostetriche portano a meno ospedalizzazione durante la gravidanza, meno utilizzo di analgesici regionali durante il travaglio ed il parto e più parti vaginali spontanei

sabato 23 febbraio 2013

Cosa succede quando li si lascia piangere?

Quando i bambini piangono  perché hanno fame, oppure perché hanno bisogno di essere presi in braccio, o qualche rumore li ha spaventati, se non vengono consolati immediatamente, sorge in loro la paura, poichè non sentono la presenza vicina di chi si prende cura di loro. 
Anche se noi sappiamo di essere nei loro paraggi, o che tra 5 minuti li prendiamo in braccio o, peggio ancora, li facciamo piangere perchè fa "bene" ai loro polmoni, e pensiamo che il loro pianto sia una sciocchezza, loro questo non lo sanno, vogliono solamente essere consolati e sentiti sicuri.
A partire da questo momento si attivano i sistemi più antichi di  risposta all'allarme: il sistema IIA (ipotalamo-ipofisario-adrenalinico), il sistema adrenergico e le catecolamine.

Come funziona tutto ciò?
Innanzi tutto il nostro corpo si deve preparare per il peggio: scappare o aggredire, per cui l'amigdala (una parte del nostro cervello emozionale) invia messaggi affinché si attivi tutto un sistema ormonale capitanato dall'adrenalina ed altre catecolamine che vanno a provocare un'attivazione generale.

Immagina un momento di stare a letto, morto di sonno, gli occhi chiusi quasi addormentato, quando senti un rumore strano dal vano delle scale. Per caso non ti passerebbe il sonno immediatamente, e con gli occhi spalancati starai attento a tutto ciò che succede? Beh, ciò è dovuto all'attivazione di tutto questo sistema.
Tutto il flusso chimico e ormonale inonda violentemente il cervello, puntando direttamente l'amigdala che rimane collassata. 

I bambini che piangono e non vengono consolati immediatamente possono piangere disperatamente fino a che l'amigdala si collassa. 
Poiché la natura è saggia e sa che il corpo non resisterà a lungo in una situazione come questa, di solito lo compensa con la secrezione di sostanze di carattere oppiaceo, come le endorfine, serotonina, che provocano un abbassamento del sistema di allarme nel soggetto, che resta come drogato! Ecco perchè poi si addormentano!!!!

Non solo, c'è da aggiungere che, una volta la amigdala resta collassata, è possibile che il bebè entri in uno stato di shock, che naturalmente porta al rilascio degli sfinteri (perdita di cacca e/o pipì) e vomito.
Quindi il bambino non vomita apposta o se la fa sotto apposta per essere cambiato, ha avuto "semplicemente" uno shock!

domenica 10 febbraio 2013

Cinque anni fa cominciava in me una nuova vita

Cinque anni fa, finito di pranzare con mio marito, freschi di matrimonio da appena 23 giorni, mi andavo a sedere sul divano per una siesta, quando avvertii un piccolo dolore, pungente, all'addome, esattamente all'altezza dell'ovaio sinistro.
Mi toccai la zona dolente, non era così forte, sopportabile, ma comunque lo notavo. Immediatamente, nel giro di pochissimi attimi di secondo, feci tutto un ragionamento, allora mi alzai, presi il calendario e andai a vedere quando era stato il primo giorno dell'ultima mestruazione: erano passati 18 giorni, e le ultime due notti avevo amato mio marito con tutta me stessa. Si, ero incinta!!!!!  Me lo sentivo, dentro di me stava nascendo una nuova vita, ero emozionatissima.
Avvisai immediatamente mio marito, il quale non credette alle mie parole. Passai le settimane successive in ansia, ma i sintomi ed i segni erano sempre più chiari: seni ingrossati, nausea mattutina e fastidio per certi odori che fino ad allora apprezzavo.
Così intorno al 23 marzo (non ricordo bene quella data) feci il test di gravidanza alle 5 di mattina e risultò per ben due volte positivo! che emozione!!! 
Svegliai il papà per avvisarlo, non riuscivo a resistere fino l'indomani mattina, e gli diedi la bellissima notizia! Dopo un piccolo "spavento" di entrambi, cominciammo immediatamente a cercare un nome per il nostro bebè. E l'avventura ebbe inizio!

L'arrivo di questo esserino, accolto nel mio utero con tanto amore, mi ha cambiato la vita e le sono veramente grata!


giovedì 7 febbraio 2013

Pirata o piratessa?

Stamattina ho accompagnato mia figlia a scuola, mascherata da ballerina, in occasione della festa di carnevale organizzata dalle maestre. Al suo ritorno a casa le ho chiesto:

-Com'è andata oggi a scuola?
-Bene!
-Ti sei divertita alla festa di carnevale?
-Si, mamma.
-Da cosa si sono mascherate le tue amichette?
-Alessia da principessa, Elena da Minnie...
-Ah che bello! E Michela da cosa era travestita? stamattina l'ho vista ma non ricordo cosa indossava...
... dopo averci pensato un po' mi viene in mente la maschera e le dico:
- Ah si, da pirata!!
-NO mamma!! Da PIRATESSA! lei è una femmina mica un maschio!

Le ho sorriso ed ho annuito: -Hai ragione amore mio, da piratessa!

Che bravi/e e, soprattutto, che giusti sono i bambini/e!!
Invece il mio pc, mentre scrivo questo post, mi sottolinea in rosso la parola piratessa, come se fosse un errore! Ovvero la lingua italiana non contempla la parola "pirata" al femminile.

Allora ha ragione la mia amica femminista Nicoletta Salvi quando dice che la lingua italiana è sessista!!!


mercoledì 6 febbraio 2013

Insegnare bene ai propri figli


Insegnare bene ai propri figli


Insegnate queste verità ai vostri bambini:
· che non hanno bisogno di nulla al di fuori di se stessi per essere felici
· che il fallimento è un’invenzione
· che ogni tentativo è un successo
· che ogni sforzo ottiene la vittoria, e l’ultimo non è meno onorevole del primo
· che essi sono profondamente connessi con tutto ciò che vive
· che sono uno con tutti gli esseri
· che non sono mai separati da Dio
· che vivono in un mondo di magnifica abbondanza, dove c’è abbastanza di tutto per tutti
· che si riceve molto di più condividendo che accumulando
· che non è richiesto loro di essere o di fare nulla per qualificarsi per una vita degna e soddisfacente
· che non è necessario competere con nessuno
· che non saranno mai giudicati
· che non devono preoccuparsi di fare sempre tutto bene
· che non devono cambiare nulla né “migliorare” per essere belli e perfetti agli occhi di Dio
· che conseguenza e castigo non sono la stessa cosa
· che la morte non esiste
· che Dio non condanna mai nessuno
· che non ci sono condizioni per l’amore
· che non devono preoccuparsi di perdere il vostro amore o quello di Dio
· che il loro amore, condiviso senza condizioni, è il più grande dono che possano fare al mondo
· che essere speciali non significa essere migliori
· che ritenersi superiori agli altri significa non vedere Chi Siete Realmente
· che la frase “la mia non è la via migliore, è soltanto un’altra via” ha un grande potere di guarigione
· che non c’è nulla che non possano fare
· che l’illusione dell’ignoranza può essere estirpata dal vostro pianeta
· che tutto ciò che gli esseri umani hanno bisogno è di essere restituiti a sé stessi, ricordando Chi Sono Realmente
Insegnate loro questo e avrete compiuto una grande opera.

Insegnate queste cose non con le parole, ma con le azioni. Non
discutendo, ma dimostrando, perché i vostri figli emulano ciò che voi
fate e diventeranno come voi siete.

Ora andate e insegnate queste cose non solo ai vostri figli, ma a tutte
le genti. Perché tutti i bambini sono vostri figli e tutte le nazioni
sono la vostra casa.

domenica 27 gennaio 2013

Mei Tai Vintage design arancione

Ecco ancora un nuovo Mai Tai con design Vintage e strisce arancioni



Con poggiatesta

Il poggiatesta si lega a due fettucce poste sulle strisce laterali che vanno sulle spalle.


L'etichetta

Dettaglio imbottitura laterale per proteggere le coscette dei bebè

Può portare pesi piuttosto grandi (es. 18 kg)

venerdì 25 gennaio 2013

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte 2)

Trovare la persona adeguata che ci sostenga durante il primo periodo in casa non è facile.
Deve essere capace di osservarci senza giudicarci, e poter "uscire di scena" per agire solo come "facilitatore" del vincolo che stiamo creando tra madre e figlio. Non importa che facciamo le cose per bene, l'importante è che abbiamo il "via libera" per l'incontro con il nostro essere più profondo, per cui con l'esserino che è appena nato. 
Le persone che ci sono accanto devono avere fiducia nel fatto che ogni relazione incontrerà la sua modalità, e possono aiutarci dicendoci che se ascoltiamo i messaggi dell'anima e seguiamo il nostro più intimo credo, troveremo il modo per incontrarci con nostro figlio.
 Queste persone sostenitrici devono compiere il ruolo di protettori del duetto e allo stesso tempo di guardiani. La contraddizione appare quando le persone a noi più vicine, e a volte il nostro partner, si converte in nemico dentro casa.
Per paura, o per mancanza di conoscenze, o per seguire ragioni esterne per non sbagliare, non credono alla naturalezza con cui ognuna di noi connette con il bebè,