domenica 4 marzo 2012

Importanza della fase "in braccio"

Noi esseri umani siamo primati portati, cioè siamo fatti per essere portati in braccio.
Dalle origini dell'uomo si è sempre portato i bebè in braccio o attraverso l'uso dei porta bebè. 
Siamo gli unici esseri viventi capaci di spostarci da soli all'età di nove mesi circa. Un gattino appena nato riesce a muoversi fin verso sua madre dopo appena 14 giorni dalla nascita, un vitello immediatamente alcuni minuti dopo la nascita è già capace di camminare.
Infatti, evolutivamente parlando, l'essere umano nasce prematuro: quando arriva al mondo non è capace di spostarsi da solo e le sue necessità basiche devono essere soddisfatte. Così i bebè cercano e desiderano ardentemente la presenza di sua madre, assicurandosi che le sue necessità verranno immediatamente soddisfatte.
Proprio per questa ragione i bebè che vengono trasportati e con i quali si stabilisce uno stretto contatto, sono più tranquilli. Sono più felici poiché sentono il calore e la sicurezza datagli dalla madre.
Si parla dunque di una gestazione che dura 18 mesi: 9 mesi dentro e 9 mesi fuori, per cui la cosa più naturale è che la madre continui a tenere il suo bebè vicino al suo cuore più che può. Se tra l'altro ciò è meglio per il bebè, facilita la vita alla madre, meglio di così non si può.
I bebè umani hanno bisogno, e lo chiedono, di contatto materno, di movimento, di ritmo, di calore, di stimoli e tutto ciò lo trovano solamente stando in braccio. Per questo è fondamentale portarlo in braccio, per tanto tempo, quanto più sia possibile.


Durante il primo trimestre dopo la nascita, i bebè sentono la mancanza delle sensazioni che tanto amavano mentre si trovavano nel ventre materno. La grande quantità di stimoli esterni che ricevono dal nuovo ambiente, sovraccaricano il loro delicato sistema nervoso, ciò fa si che i bambini rispondano nel'unica maniera che conoscono: un pianto sconsolato
Senza dubbio, nel modo industrializzato, si è soliti dire generalmente che è solo un colico, e che bisogna resistere all'incessante pianto del bebè fino a che gli passi, durante settimane o anche mesi!!

Il dottor Harvey Karp, pediatra specialista nello sviluppo infantile, con più di 25 anni di esperienza, e autore del libro "Un bambino felice" (Ed. Orme), avvertì questo fenomeno e si propose di capire il perché in altre culture il pianto del bebè appena nato è qualcosa di praticamente sconosciuto. Infatti constatò che in tutto il mondo la maggior parte dei genitori, per intuito, cercano di imitare l'andirivieni, e i rumori dell'utero materno; ciò nonostante, nella nostra cultura ci viene insegnato a camminare in punta dei piedi in presenza dei bebè perché crediamo che hanno bisogno di un ambiente silenzioso e calmo. Ma questo è ben lontano dalla verità! Se durante nove larghi mesi siamo stati dondolati dentro il ventre di nostra madre, perché pensiamo che per il bebè sia meglio la solitudine di una stanza silenziosa ed oscura? Tra l'altro i bebè adorano essere mossi e cullati! In effetti molto di essi non si addormentano se non tra il calore ed il movimento ritmico delle braccia di papà o mamma passeggiandoli su e giù per il corridoio.

Perché i bebè adorano il movimento?
Il sistema vestibolare, quello che ci permette di mantenere l'equilibrio e di non farci sentire sensazioni di svenimento quando corriamo, è uno degli organi che per primi si sviluppano nel bebè intrauterino. Inoltre, secondo la neurologa Lise Eliot, si continuerà a perfezionare fino alla pubertà. E' l'organo che il bebè utilizza per sapere dov'è il su e il giù dentro la pancia di sua madre, e gli indica dov'è l'uscita.

Per cui avvolgere il bebè, portarlo in braccio, cullarlo, o allattarlo sono metodi antichi che, seguiti  sempre in accordo con le domande del bebè, aiutano affinché si tranquillizzi, si senta più sicuro, cessi il pianto (ed incluso le coliche) e ad addormentarsi.
Ciò è così perché si tratta di esperienze simili a quelle che ha vissuto nel ventre materno.

I vantaggi di portare i bebè
Al nascere i bebè si sentono disorientati perché dopo aver passato nove mesi nell'utero, tutto cambia per loro. Dal sentirsi sicuri e coperti, passano ad un ambiento nuovo ed aperto.
Portarli con un porta bebè fa si che si sentano un poco stretti e quindi caldi e sicuri, ricordando loro la piacevole sensazione placentera.
Facilita la transizione dall'utero all'ambiente esterno.
Evita che i riflessi del bebè perturbano il suo sonno.
Durante i primi giorni di vita il bebè non può regolare bene la sua temperatura corporale, il contatto corpo a corpo garantisce mantenere una temperatura adeguata.
All'essere stretti e caldi allevierà loro le coliche.
Lo calma quando è troppo eccitato.

3 commenti:

  1. Interessante, anche perchè sto attraversando un periodo in cui sono un po' preoccupata...il piccolo Paolo ha 18 giorni e in culla non ci vuole proprio stare: appena apre gli occhi vuole stare in braccio, così come per farlo addormentare, impresa impossibile nella culla. Solo in braccio. All'inizio ho attribuito questo attaccamento al fatto che in ospedale fossero stati molto freddi con lui al nido. Quando me lo portavano in stanza era sempre nervosissimo...lo vedevo proprio bisognoso di coccole...ma alcune persone mi dicono che così rischio di viziarlo e sopratutto di non avere più io una vita mia...

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  2. ...e comunque ti ho lasciato un premio qui, se vuoi ritirarlo, per il tuo blog! http://www.mammaorachefaccio.com/2013/04/liebster-blog-award.html

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  3. Cara Mamma Bia,
    il mio post è piuttosto chiaro sul bisogno dei bebè di stare in braccio alla loro madre, ma il tuo istinto materno sembra esserlo di più. Infatti hai immediatamente compreso che probabilmente Paolo avesse bisogno di recuperare un po' di coccole a causa della brutta esperienza al nido in ospedale.
    Penso che quando sei rimasta incinta hai fatto la scelta di prenderti cura di Paolo che portavi in grembo e già lì la tua vita è cominciata a cambiare:non avevi più una vita tua propria, ma tua e del bebè che nutrivi con cibo, carezze, parole, ossigeno e amore. E' nata una diade mamma-bebè ed è sacra!bisogna rispettarla!Ascoltati e segui il tuo vero istinto materno!

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