martedì 12 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità interna

La Verità interna
L'amore è il centro della nostra vita, e la verità è l'asse della comunicazione. Di fatti "parlare con il cuore" è dire la verità interna. La verità interna trasmette ciò che mi succede, ciò che sento, che desidero, che temo.
Se siamo capaci di guardarci dentro senza pregiudizi, se ci connettiamo semplicemente con ciò che ci succede, senza valutarlo come buono o cattivo, allora ci staremo relazionando con la nostra verità interna, che è l'espressione dell'anima.

Noi adulti abbiamo bisogno di comprendere i nostri sentimenti, per poter comprendere ciò che ci succede ed vivere la situazione con maggior comprensione.
Nella stessa maniera, i bebè ed i bambini piccoli fusi emozionalmente con la madre, potranno comprendere, organizzare le loro sensazioni ed accompagnare i sentimenti della madre se già sanno di cosa si tratta.
Ciò è possibile quando la madre nomina tutto quello che le accade. Dire la verità, tutta la verità del cuore, è farsi carico di se stessi per liberare il bebè dalla sua angustia e dal suo permanente obbligo di manifestare ciò che la madre sente e che però non ha ancora espresso.
Per esempio: finisce la maternità di una donna che deve tornare a lavoro. Ella organizza perfettamente le cure del suo bebè di tre mesi affidandolo, durante le sue ore di assenza ad una baby sitter o asilo nido. La notte precedente l'inizio della sua prima giornata lavorativa, il bebè soffre uno spasmo respiratorio... per caso è stato un avvenimento imprevedibile? no, è così frequente, come la mancanza di riconoscenza del'angustia che provoca in una madre il fatto di lasciare il suo bebè così piccolo durante tante ore. Il bebè sente la stessa angustia e si fa carico di manifestarla.
In questo caso che significa dire la verità? Dire la verità al bebè è riconoscere innanzitutto questa situazione ambivalente: "ho bisogno o desidero lavorare, però mi dispiace e mi intimorisce il fatto di lasciarti ad un'altra persona". O meglio: "voglio andarmene ma soffro anche per lasciarti". Riconoscere quello che ci accade e comunicarlo, permette al bebè di comprendere e organizzare ciò che ci succede ad ambedue.
Al contrario il bebè si fa carico di comunicarlo: egli realizza l'angustia attraverso la manifestazione del sintomo.
In altre parole il bebè ci obbliga a connetterci con la Verità , perché altrimenti la materializza, la esprime cioè sul piano fisico, in altre parole: somatizza.
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