venerdì 15 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità è liberatrice e apporta fiducia

Facilitare i vincoli
Può risultare un compito difficile dare permanentemente spiegazioni ai bambini, senza dubbio però facilita i vincoli. Poco a poco converte i bambini in esseri che accompagnano con fluidità le decisioni e le necessità dei genitori, poiché ne capiscono il senso. Con il passar del tempo le spiegazioni saranno più corte e precise, dal momento che il bambino comprenderà i concetti di tempo e di spazio. Il bebè ha bisogno ogni giorno delle parole della madre che servono da intermediarie in assenza o di fronte ad ogni situazione nuova. Infatti un bambino di tre anni che gestisce spigliatamente il linguaggio verbale, "già sa" che quando la madre dice "vado a lavorare", ha tutto il senso che gli è stato dato con molte parole piene di significato durante questi tre anni.

Alla ricerca della propria verità
La verità sempre va preceduta dalla parola "io". Perché la verità è personale, corrisponde a ciò che mi succede, quello che sento, quello che desidero.
Non è un'opinione, né una supposizione al giusto o sbagliato.
I bambini sono così vicini al nostro cuore, tanto uniti alla verità intima, che si trasformano in traduttori esatti. Vale la pena prestar loro attenzione, o per lo meno farci domande pertinenti. Solo sapendo cos'è che ci accade, saremo in condizioni da poter raccontare la nostra verità ai nostri figli. 

La verità e l'intimità
La verità fa sempre riferimento alla nostra intimità, ciò vuol dire all'interno del nostro mondo emozionale.
E' la domanda che spoglia le nostre emozioni: l'amore, il rifiuto, la paura, l'allegria, la nobiltà, la passione, la rabbia, l'angustia, il dolore, la speranza. L'intimità non si riferisce alle pratiche sessuali, né alla vita quotidiana come il fatto di lavorare, studiare, mangiare, dormire, passeggiare o relazionarsi con gli altri. 
Cosa hanno a che vedere i bambini con le nostre verità intime? Comprenderemo la profonda relazione tra i piccoli e gli adulti, se prendiamo in considerazione il fatto che i bambini piccoli sono esseri fusionali, cioè che vivono dentro il mondo emozionale delle persone che li crescono. Quando sono molto piccoli, vivono in fusione alla emozionalità della madre o di chi ne fa le veci, e man mano che crescono ed entrano in relazione con altre persone (padre, fratelli, sorelle, nonni, maestri e amici) si fondono anche con il mondo emozionale degli altri. E' dire che senza dubbio fanno parte del territorio affettivo di coloro che li circondano.

La verità è liberatrice e porta fiducia
Per questo ciò che succede a noi, appartiene a loro. Inoltre appartiene loro quello che ci è successo nel passato, perché per la nostra organizzazione emozionale il tempo non esiste. Se abbiamo sperimentato situazioni dolorose, incluso durante la nostra infanzia, oggi giorno vibrano tuttavia nel nostro interiore.
Ed è questo, esattamente questo, che il bambino vive come proprio. Il bambino ha bisogno e si merita di comprendere quello che sente come un'evidenza. Le nostre parole non gli portano nessuna notizia rivelatrice, semplicemente confermano ciò che il bambino già sapeva. E questo è incredibilmente liberatore, oltre ad apportargli molta fiducia; poiché il bambino constata che ciò che sente e ciò che gli adulti gli nominano coincide. Capiamo che il bambino è completamente compromesso nella nostra vita personale, per cui non possiamo trattarlo come se fosse uno sconosciuto. Il bambino ha il diritto di sapere al meno quello che noi stessi siamo riusciti a capire.

Laura Gutman

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