Nel vocabolario Treccani leggiamo che si riferisce all'ergonomia:
Disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano e che, assommando, elaborando e integrando le ricerche e le soluzioni offerte da varie discipline (medicina generale, medicina del lavoro, fisiologia, psicologia, sociologia, fisica, tecnologia), tende a realizzare un adattamento ottimale del sistema uomo-macchina-ambiente di lavoro alle capacità e ai limiti psico-fisiologici dell’uomo.
Tutti sappiamo che i bebè nascono immaturi
e che il loro corpo deve finire di svilupparsi. Un porta bebè ergonomico assicura posizioni ottime per la maturazione della schiena del bebè. E’ confortevole per i bebè e per chi li porta. I bebè hanno bisogno di essere portati in braccio, così come era mille anni fa e continua ad essere oggi giorno. Il contatto diretto con mamma e papà soddisfa la necessità basica del bebè di sentirsi protetto e stimola la sua autonomia e sicurezza in se stesso.
Inoltre sostenere il bebè in maniera corretta lo aiuta a mantenere una postura ottima e per questo risulta di tale importanza per il suo sviluppo corporeo.
Non invano gli antropologi considerano che i bebè siano “disegnati” per essere portati in braccio.

Dopo il parto la colonna del bebè deve stendersi poco a poco: un lungo processo delicato che dura un anno e che si completa quando il bambino è capace di mantenersi in piedi e dare i suoi primi passi, quindi con la bipedestazione.

Queste conoscenze mediche aiutano a comprendere meglio come agire correttamente con un neonato: portare tuo figli@ in braccio è meglio che metterlo nel passeggino. Tenendolo in braccio, bisogna fare attenzione alla sua schiena che sia curva e le sue gambette piegate e le ginocchia più in alto rispetto al sederino. Inoltre bisogna assicurarsi che la schiena sia arrotondata anche in posizione sdraiata, invece di lasciarlo con la colonna tesa durante molte ore.
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