mercoledì 6 febbraio 2013

Insegnare bene ai propri figli


Insegnare bene ai propri figli


Insegnate queste verità ai vostri bambini:
· che non hanno bisogno di nulla al di fuori di se stessi per essere felici
· che il fallimento è un’invenzione
· che ogni tentativo è un successo
· che ogni sforzo ottiene la vittoria, e l’ultimo non è meno onorevole del primo
· che essi sono profondamente connessi con tutto ciò che vive
· che sono uno con tutti gli esseri
· che non sono mai separati da Dio
· che vivono in un mondo di magnifica abbondanza, dove c’è abbastanza di tutto per tutti
· che si riceve molto di più condividendo che accumulando
· che non è richiesto loro di essere o di fare nulla per qualificarsi per una vita degna e soddisfacente
· che non è necessario competere con nessuno
· che non saranno mai giudicati
· che non devono preoccuparsi di fare sempre tutto bene
· che non devono cambiare nulla né “migliorare” per essere belli e perfetti agli occhi di Dio
· che conseguenza e castigo non sono la stessa cosa
· che la morte non esiste
· che Dio non condanna mai nessuno
· che non ci sono condizioni per l’amore
· che non devono preoccuparsi di perdere il vostro amore o quello di Dio
· che il loro amore, condiviso senza condizioni, è il più grande dono che possano fare al mondo
· che essere speciali non significa essere migliori
· che ritenersi superiori agli altri significa non vedere Chi Siete Realmente
· che la frase “la mia non è la via migliore, è soltanto un’altra via” ha un grande potere di guarigione
· che non c’è nulla che non possano fare
· che l’illusione dell’ignoranza può essere estirpata dal vostro pianeta
· che tutto ciò che gli esseri umani hanno bisogno è di essere restituiti a sé stessi, ricordando Chi Sono Realmente
Insegnate loro questo e avrete compiuto una grande opera.

Insegnate queste cose non con le parole, ma con le azioni. Non
discutendo, ma dimostrando, perché i vostri figli emulano ciò che voi
fate e diventeranno come voi siete.

Ora andate e insegnate queste cose non solo ai vostri figli, ma a tutte
le genti. Perché tutti i bambini sono vostri figli e tutte le nazioni
sono la vostra casa.

domenica 27 gennaio 2013

Mei Tai Vintage design arancione

Ecco ancora un nuovo Mai Tai con design Vintage e strisce arancioni



Con poggiatesta

Il poggiatesta si lega a due fettucce poste sulle strisce laterali che vanno sulle spalle.


L'etichetta

Dettaglio imbottitura laterale per proteggere le coscette dei bebè

Può portare pesi piuttosto grandi (es. 18 kg)

venerdì 25 gennaio 2013

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte 2)

Trovare la persona adeguata che ci sostenga durante il primo periodo in casa non è facile.
Deve essere capace di osservarci senza giudicarci, e poter "uscire di scena" per agire solo come "facilitatore" del vincolo che stiamo creando tra madre e figlio. Non importa che facciamo le cose per bene, l'importante è che abbiamo il "via libera" per l'incontro con il nostro essere più profondo, per cui con l'esserino che è appena nato. 
Le persone che ci sono accanto devono avere fiducia nel fatto che ogni relazione incontrerà la sua modalità, e possono aiutarci dicendoci che se ascoltiamo i messaggi dell'anima e seguiamo il nostro più intimo credo, troveremo il modo per incontrarci con nostro figlio.
 Queste persone sostenitrici devono compiere il ruolo di protettori del duetto e allo stesso tempo di guardiani. La contraddizione appare quando le persone a noi più vicine, e a volte il nostro partner, si converte in nemico dentro casa.
Per paura, o per mancanza di conoscenze, o per seguire ragioni esterne per non sbagliare, non credono alla naturalezza con cui ognuna di noi connette con il bebè,

sabato 1 settembre 2012

Arrivare a casa con un bebè appena nato (parte I)

Una volta superata la maggiore "scena temuta" che si è accaparrata la nostra attenzione durante vari mesi, cioè una volta che siamo passate per il parto, e secondo le gentili attenzioni o i maltrattamenti che abbiamo ricevuto, e la qualità dell'incontro che siamo riuscite a sperimentare con il nostro bebè, apparirà la seguente "scena temuta", che è il ritorno a casa. Ci troveremo con un bebè in braccio e un infinita lista di consigli dei medici e di altre persone. Ma la grande domanda che ci poniamo è: cosa farò con questo piccolino quando non riusciremo a calmarlo e non abbiamo nessuno di fiducia a cui chiedere aiuto?

Se siamo al primo figlio vale la pena sapere che "il peggio" non è il parto, ma quello che viene dopo! E non dico per incutere terrore, anzi al contrario perché possiamo prevedere che l'assistenza fisica ed emozionale è imprescindibile durante il puerperio!

Una madre non dovrebbe mai essere sola con un bebè in braccio. Tutte le madri puerpere hanno bisogno di compagnia e sostegno per sommergersi nelle sensazioni oniriche della fusione emozionale con il bebè.

Oggi giorno, soprattutto nelle grandi città, non si conta con una comunità di donne che ci sostenga, ci aiuti, e ci avvicini alla conoscenza e all'esperienza delle donne anziane.A volte non contiamo neanche sulle nostre sorelle o zie, o semplicemente non le consideriamo delle referenti valide all'interno delle nostre ricerche personali.

Che tipo di compagnia abbiamo bisogno? Sicuramente la presenza

martedì 3 luglio 2012

Indipendenza dei figli

Oggi ci trovavamo ad una festa del quartiere per inaugurare due nuove attività: organizzazioni eventi e cerimonie e catering con torte e dolcetti fantasia.
Per intrattenere i bambini è stato chiamato un mago che faceva giochi con le bolle di sapone.
Erano lì in prima fila ad assistere allo spettacolo, seduti a terra, tutti i bambini, mentre noi adulti restavamo alle loro spalle. Durante lo spettacolo mi sono avvicinata a mia figlia di 3 anni e mezzo che, stando seduta a terra con un semplice vestitino, poteva avere fastidio sulle cosciette o addirittura sul sederino, e le ho offerto un fazzoletto per accomodarcisi sopra. Dopo essersi sistemata, e vedendomi ancora là dietro di lei ad accertarmi che stesse bene, mi ha palesemente detto: "mamma vai là, io voglio vedere il mago, qui ci sono i bambini e là le mamme!".



Per un attimo non ho creduto alle mie orecchie: mai mia figlia mi ha detto una cosa simile! mai ha richiesto il mio distacco da lei, tutt'altro, sempre mi ha voluta vicina!!! Fino a pochi mesi fa era aggrappata alle mie braccia come uno scimpanzé bebè alla sua mamma.
Penso che con oggi,e forse anche con altri piccoli accenni precedenti, stia cominciando quella fase di indipendenza e distacco sicuro, che arriverà un giorno in cui mi dirà: mamma io vado via di casa!
Fondamentale è per me che lei sappia sempre che, ogni volta che volgerà lo sguardo, io sarò sempre lì ad appoggiarla e sorreggerla in ogni sua scelta e pronta ad aiutarla se ne avesse bisogno.
La maternità non finisce mai!!!

lunedì 18 giugno 2012

Vantaggi del co-sleeping: dormire con i nostri figli


Quali sono i vantaggi di tenere il nostro bebè a letto con noi?
I vantaggi del co-sleeping si devono considerare sempre se siano una scelta di ambo i genitori e se si pratica seguendo le misure di sicurezza.
Il vantaggio principale consiste nel fatto che il bebè saprà che sarai lì, e potrai rispondere emozionalmente e psicologicamente in maniera molto beneficiosa. I bebè allattati popperanno più frequentemente senza disturbare il sonno della madre ed inoltre dormirete tutti di più rispetto al caso di bebè allattati che dormono soli. I bebè si svegliano molto più frequentemente, però durante meno tempo che non se dormissero separati, il che suppone, al meno in teoria, più quantità di energia per crescere. 

venerdì 15 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità è liberatrice e apporta fiducia

Facilitare i vincoli
Può risultare un compito difficile dare permanentemente spiegazioni ai bambini, senza dubbio però facilita i vincoli. Poco a poco converte i bambini in esseri che accompagnano con fluidità le decisioni e le necessità dei genitori, poiché ne capiscono il senso. Con il passar del tempo le spiegazioni saranno più corte e precise, dal momento che il bambino comprenderà i concetti di tempo e di spazio. Il bebè ha bisogno ogni giorno delle parole della madre che servono da intermediarie in assenza o di fronte ad ogni situazione nuova. Infatti un bambino di tre anni che gestisce spigliatamente il linguaggio verbale, "già sa" che quando la madre dice "vado a lavorare", ha tutto il senso che gli è stato dato con molte parole piene di significato durante questi tre anni.

Alla ricerca della propria verità
La verità sempre va preceduta dalla parola "io". Perché la verità è personale, corrisponde a ciò che mi succede, quello che sento, quello che desidero.

martedì 12 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità interna

La Verità interna
L'amore è il centro della nostra vita, e la verità è l'asse della comunicazione. Di fatti "parlare con il cuore" è dire la verità interna. La verità interna trasmette ciò che mi succede, ciò che sento, che desidero, che temo.
Se siamo capaci di guardarci dentro senza pregiudizi, se ci connettiamo semplicemente con ciò che ci succede, senza valutarlo come buono o cattivo, allora ci staremo relazionando con la nostra verità interna, che è l'espressione dell'anima.

domenica 10 giugno 2012

I bambini ed il diritto alla verità: la verità esterna.


Tutti gli esseri umani hanno la stessa capacità di comprensione dal primo giorno del concepimento fino al giorno della morte.
Lo disse molti anni fa la pediatra e psicoanalista  francese Francoise Dolto. La comprensione non deve essere dimostrata con una risposta verbale, infatti i bambini piccoli non possono utilizzare il linguaggio verbale, ma questo non significa che no lo comprendano.


La verità esterna
Perché è necessario parlar loro? Perché la verità concreta, detta con parole organizza la comprensione dei bambini e costruisce la struttura emozionale del sostenuta dalla logica.
Le parole con senso logico sono mediatrici tra i bambini ed il mondo. A differenza di degli adulti

venerdì 8 giugno 2012

Some bijou made by me


Cos'è un Mei Tai


Il mei tai è un tradizionale porta bebè asiatico.
Mei significa portare sulle spalle e Tai cintura o banda.
Tradizionalmente il Mei Tai cinese era un pezzo di stoffa quadrato o quasi un quadrato, con cinghie non imbottite parallele che emergevano dai lati di ciascun angolo. Era garantito portare tutte le strisce assieme e con una torsione e con le estremità nascoste.